La tenuta del governo Draghi non è mai stata così in bilico. Il premier, impegnato mercoledì nel summit Nato di Madrid, è stato costretto a tornare a Roma, ufficialmente per il consiglio dei ministri per le misure contro il caro-bollette, in realtà per tentare di ricucire lo strappo clamoroso avvenuto ieri col suo predecessore.

Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 Stelle, è infuriato. L’indiscrezione rivelata ieri da Domenico De Masi, sociologo e coordinatore scientifico della scuola di formazione grillina, che in una intervista a Il Fatto Quotidiano ha rivelato della richiesta da parte del premier Draghi a Beppe Grillo di rimuovere Conte dalla leadership, ha provocato smottamenti nella maggioranza.

Trovo sinceramente grave che un premier tecnico che ha avuto da noi investitura, si intrometta nella vita di forze politiche che lo sostengono per altro”, sono le parole pronunciate davanti ai giornalisti da Conte nel pomeriggio di ieri, visibilmente contrariato.

La smentita in ritardo

Incomprensibile quindi la strategia tenuta a Palazzo Chigi. Impegnato a Madrid, Draghi durante un punto stampa prima tenta di smorzare i toni: “Ci siamo parlati con Conte poco fa, l’avevo cercato stamattina, mi ha richiamato lui: abbiamo cominciato a chiarirci. Ci risentiamo domani per vederci al più presto”, dice il premier, non smentendo però il caso.

Quindi, poco prima delle 20:30 di mercoledì, fa filtrare tramite “fonti” di Palazzo Chigi, una velina alle agenzie: “Il presidente del Consiglio, non ha mai detto o chiesto a Beppe Grillo di rimuovere Giuseppe Conte dal M5S”. Praticamente 12 ore per smentire il caso politico del giorno iniziato già al mattino, con l’uscita dell’intervista a De Masi. Perché?

La telefonata, le prove e la ‘sponda’ di Di Maio

Poco prima delle dichiarazioni alla stampa, secondo due ricostruzioni apparse su Corriere della Sera e La Stampa, tra i due ‘contendenti’ c’è stata una telefonata al veleno, come confermato dallo stesso Draghi a Madrid.

Draghi avrebbe provato a dare la sua versione dei fatti, trovando di fronte il muro del leader pentastellato. L’ex premier sottolinea ancora una volta che “se è vero che hai chiesto a Grillo la mia testa è una cosa gravissima, non per l’attacco personale a me da parte di un premier tecnico, ma perché in ballo c’è il corretto funzionamento delle istituzioni democratiche”.

Ma il sospetto da parte di Conte è che Draghi stia giocando di sponda con Luigi Di Maio, che portando con sé una sessantina di parlamentari ex 5Stelle nel gruppo ‘Insieme per il futuro’, ha creato una nuova stampella al governo anche in caso di uscita dei pentastellati. “A che gioco state giocando? Se ci volete fuori dal governo me lo dovete dire, chiaro e tondo”, sono le parole che Conte avrebbe riferito a Draghi.

Il Fatto Quotidiano, vicinissimo a Conte, rivela invece altro sulla crisi in corso. In un articolo di Luca De Carolis si fa riferimento a “telefonate e tanti messaggi” tra Grillo e Draghi, con quest’ultimo che avrebbe avanzato richieste chiare al garante. Tra queste quella più dura e politicamente inaccettabile per Conte: il presidente del Consiglio avrebbe esortato Grillo a aderire alla scissione di Luigi Di Maio, così da portare fuori dal Movimento gran parte dei parlamentari e isolare Conte.

Anche Il Foglio, in un articolo di Simone Canettieri, riferisce che vi sarebbero prove delle pressioni esercitate da Draghi su Beppe Grillo. “I più stretti collaboratori di Conte rivelano a questo giornale quanto segue: Abbiamo i messaggi di Draghi a Grillo contro Conte”, si legge sul quotidiano.

I rapporti tra Conte e Grillo

Ma sullo sfondo c’è la questione della crisi interna ai 5 Stelle. Non solo quella provocata dalla scissione dei ‘dimaiani’, ma anche nei rapporti tra lo stesso Conte e il garante Beppe Grillo, da due giorni a Roma per incontrare lo stesso leader e i parlamentari.

Un retroscena del Corriere, che dà spazio a voci interne ai pentastellati, evidenzia come anche tra i parlamentari si discuta animatamente della strategia del fondatore e dei suoi rapporti con Conte.

Ci sta triturando e noi siamo qui ad applaudirlo come pagliacci”, spiegano alcuni 5Stelle al secondo mandato, scottati dal ‘no’ del garante all’ipotesi di una terza candidatura. Altri invece sottolineando come Conte e Grillo “sono inconciliabili, che ne prendano atto”. L’Adnkronos ha raccolto anche uno sfogo di Grillo diretto all’ex premier: “Avevo un progetto” sulle tecnologie digitali, “l’ho dato anche a Conte, ma darlo a Conte è come buttarlo dalla finestra”.

Una fonte vicina a Grillo ha invece sottolineato a La Stampa che Grillo teme che la polemica sia stata montata dalle persone vicine a Conte, per danneggiare Grillo. “Si è voluta dare l’impressione che Beppe stesse facendo il doppio gioco, dicendosi vicino a Conte e trattando dietro le quinte con Draghi“, ha detto la fonte al quotidiano di Torino..

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia