Crisi di governo, Fitch vede nero: “I conti pubblici ne risentiranno”

La crisi di governo innescata dalla “dimissioni di Mario Draghi da Presidente del Consiglio a seguito di una spaccatura nel suo governo di unità nazionale preludono a una maggiore incertezza politica anche se venissero evitate le elezioni anticipate”. Lo sottolinea l’agenzia Fitch in una nota citata dall’AdnKronos, spiegando che «qualunque cosa accada, l’Italia è destinata ad entrare in un periodo politicamente incerto dopo quasi 18 mesi di relativa stabilità e l’attuazione di alcune riforme».

«Anche se Draghi dovesse rimanere, ci aspettiamo che i partiti che lo sostengono cercheranno maggiore visibilità con l’avvicinarsi delle elezioni, amplificando le tensioni esistenti», sottolinea l’analisi. In particolare, Fitch prevede “pressioni per un maggiore allentamento fiscale nella prossima legge di bilancio”. Peraltro – ricorda l’agenzia – elezioni anticipate non solo “renderebbero estremamente stretti i tempi per l’approvazione della legge di bilancio” ma «potrebbero anche rendere più difficile per l’Italia raggiungere gli obiettivi per la prossima erogazione di fondi NextGenerationEU a dicembre, o indebolire la capacità delle autorità di dispiegare i fondi già ricevuti».

Fitch prevede per il 2022 un disavanzo maggiore rispetto a quello stimato dal governo (5,9% del PIL contro 5,6%) per via di un maggiore sostegno ai prezzi energetico e una maggiore spesa per interessi sui titoli legati all’inflazione. Per il 2023 “ci aspettiamo una modesta riduzione del disavanzo al 4,5% del Pil (il governo prevede il 3,9%), riflettendo in parte le pressioni fiscali pre-elettorali”. «Le implicazioni di breve termine per la politica economica e di bilancio dipendono dagli esiti politici, ma è probabile che le riforme strutturali e il risanamento di bilancio diventino più impegnativi» conclude l’agenzia.