Sarebbe stata individuata la barca di 18 metri che nel primo pomeriggio di domenica 9 giugno ha travolto e ucciso la 31enne Cristina Frazzica mentre si trovava in kayak con un amico nel mare di Posillipo, nello specchio d’acqua che si trova davanti Villa Rosebery, dimora del presidente della Repubblica. Dopo giorni di ricerche e accertamenti su buona parte delle imbarcazioni presenti nel molo di Mergellina, la Capitaneria di Porto ha sottoposto a sequestro l’imbarcazione che si trova in un cantiere navale di Napoli.

Cabinato di 18 metri “di un avvocato”

In corso in queste ore le verifiche sul cabinato di 18 metri, che sarebbe di proprietà di un avvocato, per verificare eventuali segni di collisione con il kayak di colore verde chiaro. Perizie in corso anche sul kayak per acquisire eventuali tracce lasciate dalla grossa imbarcazione. Dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza presenti nel porticciolo della residenza del Capo dello Stato avrebbero consentito agli investigatori di ricostruire la dinamica dell’incidente.

Le indagini per omicidio colposo e omissione di soccorso, coordinate dalla procura di Napoli, mirano a individuare chi fosse al timone del cabinato che ha provocato l’incidente mortale. Nelle prossime ora verrà intanto effettuata l’autopsia sul corpo della giovane ricercatrice della Pharmatech Academy della Federico II di Napoli, originaria di Taurianova, in provincia di Reggio Calabria, e cresciuta in Lombardia dove la famiglia si era trasferita.

L’amico di Cristina: “Era un bolide”

Cristina era in compagnia di un coetaneo, il 33enne Vincenzo Carmine Leone, avvocato penalista originario di Napoli est. Quest’ultimo, in una intervista rilasciata al Mattino, ha fatto riferimento a “un bolide” che si muoveva a velocità sostenuta nonostante la vicinanza alla costa. La prua era alta, a testimonianza dell’alta velocità dell’imbarcazione, e non ha dato modo al penalista di vedere chi fosse alla guida né quante persone fossero a bordo.

L’impatto è stato devastante, con i due giovani caduti in acqua. Poi la tragedia con il 33enne che realizza il decesso dell’amica Cristina, ritrovata in una pozza di sangue e recuperata dalla Capitaneria di Porto dopo l’allarme lanciato grazie anche all’aiuto di un’altra imbarcazione che si trovava nelle vicinanze.

Il prefetto: “Più controlli in mare”

Nel corso del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, il prefetto di Napoli Michele di Bari ha annunciato un rafforzamento dei controlli nelle acque del golfo. “Abbiamo esaminato le varie opzioni che dobbiamo mettere sul campo per prevenire tragedie come quella che è avvenuto qualche giorno fa, ma soprattutto dobbiamo promuovere un dispositivo di vigilanza e di controllo del mare e anche a terra, con una sinergia più incisiva tra Capitaneria di Porto, Roan e tutte le forze di polizia a terra”.

 

Redazione

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