“In questo momento dei sedicenti manifestanti pro Palestina sono entrati negli uffici di Leonardo Aeronautica in corso Marche a Torino e stanno distruggendo ed imbrattando gli uffici”. A denunciarlo, in un post su X, è il ministro della Difesa Guido Crosetto secondo cui “nello stabilimento era in corso un’importante riunione anche con personale della Difesa”.
Ministero della Difesa che, in seguito ad una successiva ricostruzione, fa sapere che i manifestanti hanno fatto irruzione nella sede della Leonardo presente in Corso Francia (con ingresso anche da corso Marche) e non nella sede presente all’aeroporto di Torino Caselle come inizialmente annunciato dallo stesso Crosetto. Al momento non è stato ancora annunciato un bilancio relativo a eventuali danni.
Crosetto: “Sono pericolosi eversivi”
Per Crosetto “queste persone vanno trattate per ciò che sono, pericolosi eversivi, e non vezzeggiati come è accaduto a Bologna. I delinquenti non hanno colore politico, sono delinquenti e basta”.
Blitz anche a Collegno: “Leonardo complice genocidio a Gaza”
Contestualmente in mattinata a Collegno, sempre in provincia di Torino, un gruppo di circa 30 attivisti pro Palestina hanno fatto irruzione nell’azienda Leonardo prima dell’intervento della polizia che ha allontanato il gruppo di manifestanti. Attivisti che sui social hanno fatto sapere che “oggi siamo entrati a bloccare la Leonardo Spa per denunciarne la complicità con il genocidio in corso a Gaza perpetrato dallo stato illegittimo di Israele ai danni del popolo palestinese. Nonostante il gruppo industriale dichiari di lavorare prevalentemente nel campo della difesa, Leonardo da oltre un anno continua a sostenere l’esercito israeliano”.
Manifestanti che hanno ricordato anche il perché dell’attacco ad alcune università presenti a Torino: “Stringono accordi con società come Leonardo, mettendo a disposizione le menti di studentesse e studenti e il sapere prodotto negli atenei, anche attraverso tirocini non retribuiti. Anche per questo a maggio abbiamo occupato la sede centrale del Politecnico di Torino, la sede di Fisica e Palazzo Nuovo. Pensiamo che la ricerca debba essere libera da vincoli economici e interessi guerrafondai e non vogliamo essere costretti a scegliere percorsi di ricerca in questo campo perché i soli disponibili, a causa dei crescenti tagli ai fondi pubblici”.