Il Sì&No del giorno
Crosetto sanziona Vannacci: “No, è stata un’ingiustizia. Il Ministro chieda scusa”

Il libro pubblicato dal Generale Vannacci ha sollevato un ampio dibattito. Il Ministro della Difesa ha ritenuto opportuno sollevare il Generale dal suo incarico. Nel “Sì&No” del giorno, sul nostro quotidiano, abbiamo chiesto se la decisione del Ministro sia stata giusta o meno: Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma, la trova ingiusta, mentre il giornalista Paolo Guzzanti approva la scelta di Crosetto.
Qui di seguito, l’opinione di Gianni Alemanno.
No, non è stato giusto rimuovere il Generale Vannacci dal suo incarico. Anzi il Ministro Crosetto dovrebbe chiedere scusa per il suo comportamento. Con una reazione epidermica, scomposta e anche un po’ sospetta il Ministro ha definito “farneticanti” le tesi sostenute nel libro scritto da uno dei suoi migliori generali. Avviando così ad un provvedimento punitivo un ufficiale sempre in prima linea su tutti i fronti d’impiego dell’Esercito e già comandante dei migliori reparti delle nostre Forze Armate, il Battaglione degli arditi incursori “Col Moschin” e la Brigata paracadutisti “Folgore”.
Il tutto senza aver letto questo libro e basandosi solo sulle estrapolazioni giornalistiche del quotidiano “la Repubblica”. Non solo: violando anche le disposizioni del Codice Ordinamento Militare che all’art.1472 recita: “I militari possono liberamente pubblicare i loro scritti” e devo chiedere l’autorizzazione solo per “argomenti a carattere riservato di interesse militare”.
In questo modo Crosetto ha piegato la testa al politicamente corretto e contemporaneamente umiliato chi va in prima linea a difendere la bandiera dell’Italia. Visto che Crosetto è anche un ministro “guerrafondaio” che ha preso una posizione oltranzista sulla guerra in Ucraina e sull’Indo–Pacifico mettendo a disposizione degli americani la portaerei Cavour, c’è da chiedergli: ci vai tu in prima linea in questi pericolosi contesti militari?
Una lettura più meditata del libro “Il mondo al contrario” avrebbe permesso ai vertici del Ministero di comprendere che Roberto Vannacci non è un omofobo o un razzista. Semplicemente ha espresso in modo molto forte e diretto idee che appartengono a gran parte di coloro che hanno votato per Fratelli d’Italia e credo alla maggioranza del popolo italiano. E in ogni caso il Generale aveva tutto il diritto di esprime la sua opinione.
Quindi, di fronte agli attacchi de “la Repubblica”, il Ministro avrebbe dovuto difendere il suo ufficiale o al più rimettersi alle decisioni della giustizia militare, invece di “farneticare” (lui) attraverso i social.
Nessuno gli ha dato questi consigli nel suo Gabinetto ministeriale o dai vertici delle Forze Armate? E allora qui viene la parte “sospetta” del comportamento tenuto nei confronti di Vannacci, perché già questo generale era stato rimosso dal comando della Folgore per essere esiliato alla guida di un reparto non operativo come Istituto Geografico Militare. E questa scelta è stata messa in relazione con le sue prese di posizione sulla vicenda dell’uranio impoverito contrarie alle versioni date dallo Stato Maggiore. Nelle decisioni di ulteriore destituzione prese in questi giorni c’è una continuazione dello stesso atteggiamento punitivo? Cioè, Vannacci sta pagando non il suo libello irriverente ma l’atto di coraggio di difendere, contro la versione ufficiale dei vertici militari, il diritto alla salute dei suoi sottoposti?
© Riproduzione riservata