È come un’altra canzone di Jovanotti, una sorta di “Penso negativo” scritta sotto la pioggia di missili che l’Iran scaglia contro Israele, nello stesso giorno in cui un comando terroristico uccide 8 persone a Jaffa, davanti alla metro. Scompaiono i riferimenti a Che Guevara e a Madre Teresa di Calcutta e si mettono sullo stesso piano Hassan Nasrallah e Bibi Netanyahu, le minacce di Tehran e la difesa di Israele, “quest’onda che viene e che va”. Probabilmente con un solo “eroe” positivo: Antonio Guterres, il segretario generale dell’Onu dichiarato ieri da Israele “persona non grata” e difeso dal governo socialista di Madrid e dall’eurodeputato dem Brando Benifei. Insomma, non è ancora un’equiparazione ma il concetto si avvicina a grandi passi.

Provenzano, Conte, Schlein: campo largo unito sui missili

La mette giù così il “paroliere” Peppe Provenzano, responsabile Esteri del Pd, intervenendo alla Camera dopo le audizioni dei ministri Tajani e Crosetto: “La gravità degli eventi attualmente in corso e la sequenza di azioni e reazioni senza misura, con effetti drammatici in termini umanitari, devono essere condannate interamente”. Va ancora più diretto Giuseppe Conte: “L’Italia deve condannare Israele. Le astensioni alle Nazioni Unite fanno male alla nostra credibilità di interlocutori che possono avere un ruolo da protagonisti, possono intervenire e cercare di recuperare una bussola che si è persa”. Dunque il campo largo, che si perde alle regionali, ritrova un filo comune sui missili dell’Iran. “Pari sono”, dicono quindi in Parlamento da sinistra. Medesime responsabilità, stesse nefandezze. Lo ribadisce la stessa segretaria Elly Schlein, che riunisce all’ora di pranzo la segreteria: “Dobbiamo chiedere ogni sforzo al governo e alla Ue per fermare questa escalation devastante”.

Una posizione diversa, quella che esprime il governo. La espone il ministro degli Esteri Antonio Tajani davanti alle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato: “È chiaro che bisogna sempre rispettare il diritto internazionale” ma il “governo libanese non è in grado di fermare gli Hezbollah, un’organizzazione terroristica, e garantire l’incolumità della propria popolazione quando in un altro paese non c’è nessuno in grado di garantirla diventa un operazione di autodifesa“. Una linea che sviluppa la presidente Giorgia Meloni aprendo il Consiglio dei ministri (nel pomeriggio convocherà il G7): “Nel condannare l’attacco iraniano a Israele, abbiamo condiviso la profonda preoccupazione per gli sviluppi in corso e lanciato un appello alla responsabilità di tutti gli attori regionali, chiedendo di evitare ulteriori escalation”.

Picierno contro neutralismo Pd

Stesso equilibrio delle principali diplomazie europee. Il posizionamento “neutralista” del Pd è rotto dalla sola vicepresidente del Parlamento europeo, Pina Picierno: “È sbagliato ragionare solo su conflitti regionali, non penso affatto che quello che abbiamo di fronte sia soltanto una questione regionale. Da qualche tempo facciamo i conti con un collegamento sempre più evidente tra le varie autocrazie e regimi. Non è un mistero ad esempio che Iran fornisca armi alla Russia. Hanno come obiettivo le nostre democrazie liberali, è un attacco alle regole internazionali che noi ci siamo dati. Come progressisti europei ci poniamo da tempo una domanda su come sia possibile rafforzare le democrazie e i sistemi di regole che noi insieme abbiamo impostato. Questo è il punto di fondo ed è impensabile oggi non analizzarlo”. Una posizione allo stato attuale isolata, come lo è la crescente preoccupazione per la crescita dell’antisemitismo a sinistra. Lo ha scritto in modo particolarmente chiaro lo storico Andrea Romano, ex deputato dem: “Dopo il pogrom del 7 ottobre e la tragedia di Gaza, l’antisemitismo di sinistra ha compiuto ‘un salto involutivo’, diventando tollerato e ‘accettabile’ e ‘sdoganando l’odio antigiudaico’. Una ‘emergenza’ che la sinistra deve affrontare urgentemente”.

L’importanza di dare la colpa a Israele

E che naturalmente non affronta, continuando ad alzare le spalle o a equiparare le responsabilità, come ha fatto alla Camera Provenzano. La riprova già nei prossimi giorni, con l’avvicinarsi della ricorrenza della strage di ottobre, e la manifestazione convocata dai pro-Pal il 5 ottobre a Roma (vietata dal ministero dell’Interno). Dopo i minuti di raccoglimento per la morte del sincero attivista democratico Nasrallah, si farà il tifo per il “Premio Nobel” Ali Khamenei? Magari con il silenzio del Nazareno e gli applausi del Movimento 5 Stelle? Insomma, l’importante è dare comunque la colpa a Israele.