Portano in ospedale una bimba di 15 mesi e in viva voce con il pediatra pretendono l’esecuzione di ulteriori esami nonostante il parere contrario dei sanitari del pronto soccorso dell’ospedale Santobono di Napoli. E’ paradossale quanto avvenuto nel pomeriggio della domenica di Pasqua, 4 aprile, con mamma, nonna e un’altra familiare della piccola paziente che, istigati dal loro medico “di fiducia”, hanno iniziato ad offendere e a minacciare il personale presente tanto da rendere necessario l’intervento della polizia, allertata attraverso il numero diretto anti-aggressione.

Ma andiamo con ordine per ricostruire quella che l’associazione Nessuno Tocchi Ippocrate quantifica come 19esima aggressione dall’inizio dell’anno nei confronti del personale che opera in ospedale o sui mezzi di primo soccorso.

E’ la domenica di Pasqua quando, alle 17.42, arriva al pronto soccorso la paziente di 15 mesi con febbre alta (38,5). La piccola viene presa in carico alle 18.03 e viene visitata nell’area dedicata al percorso covid con la madre che spiegava ai medici che la febbre andava avanti dal giorno precedente con il pediatra privato che aveva consigliato l’assunzione di Bentelan.

Medici e infermieri iniziano a svolgere tutta una serie di accertamenti, dall’esame obiettivo (risultato negativo) alla somministrazione di tachipirina e stick per le urine risultato poi negativo. Al termine delle verifiche, “dato il quadro clinico-anamnestico si procedeva dunque alla dimissione con indicazioni sulla gestione a domicilio”. Una decisione, tuttavia, poco gradita alle tre donne presenti nella sala d’attesa del percorso Covid e più volte invitate ad allontanarsi, le quali insistevano sulla necessità di praticare esami ematochimici (emocromo) su indicazione del pediatra che la famiglia aveva appena consultato.

“Dovete farvi fare questi esami” ribadiva il pediatra messo in viva voce dalla madre della bimba, alla presenza del medico di guardia del pronto soccorso. Il professionista, con tono deciso, invitava i familiari a “pretendere” gli approfondimenti diagnostici da lui ritenuti necessari. Parole che hanno scatenato la rabbia delle tre donne presenti con la nonna che più volte batteva la mano sulla scrivania nonostante l’invito a calmarsi ed i ripetuti tentativi di tornare ad un confronto civile. La situazione è rientrata con l’intervento delle polizia

“E’ vergognoso che insieme alla ripresa degli accessi in Pronto soccorso siano riprese le aggressioni nonostante il massimo impegno e l’altissima qualità delle cure che stiamo fornendo in questo periodo di grande carico di lavoro – sottolinea Vincenzo Tipo, direttore del Pronto Soccorso dell’Ospedale Santobono – ma è ancora più grave che un collega, o sedicente tale, abbia istigato i familiari all’aggressione. Ho avuto assicurazioni dai vertici aziendali che verranno messe in atto tutte le misure di tutela del collega aggredito e si valuteranno le azioni legali eventuali verso gli aggressori. Così come si segnalerà all’ Ordine del Medici, il medico che ha indotto i familiari ad un tale deplorevole atteggiamento”.

 

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Giornalista professionista, nato a Napoli il 28 luglio 1987, ho iniziato a scrivere di sport prima di passare, dal 2015, a occuparmi principalmente di cronaca. Laureato in Scienze della Comunicazione al Suor Orsola Benincasa, ho frequentato la scuola di giornalismo e, nel frattempo, collaborato con diverse testate. Dopo le esperienze a Sky Sport e Mediaset, sono passato a Retenews24 e poi a VocediNapoli.it. Dall'ottobre del 2019 collaboro con la redazione del Riformista.