Il lieto fine
Da Gaza al Gaslini, ricostruito il cuore di una bambina palestinese di un anno
E.H. è una bimba palestinese di appena 13 mesi ed è affetta da tetralogia di Fallot, una grave cardiopatia congenita complessa. Dopo essere stata sottoposta a una ricostruzione del cuore presso l’ospedale Gaslini di Genova, è stata dimessa.
A raccontare la vicenda e il suo lieto fine, possibile grazie alla missione umanitaria, è stato il direttore della Terapia intensiva neonatale e pediatrica dell’istituto sanitario, Andrea Moscatelli. “Sono andato in Egitto con un’infermiera a prendere la bambina – racconta Moscatelli -, poi è stata ricoverata in terapia intensiva, ha avuto le migliori chance cardiochirurgiche, un intervento al limite della fattibilità in molti centri. C’è stata una presa in carico sociale, perché sono pazienti che non possono tornare indietro”.
“Il trasporto è stato particolarmente a rischio – aggiunge Moscatelli, – poiché la bimba era molto sofferente per via della scarsa funzionalità del circolo polmonare, aggravata dal volo in quota che riduce la pressione di ossigeno. La bimba, cianotica, sopravviveva solo grazie alla perfusione di un unico polmone”.
La piccola di appena un anno, che era stata sottoposta a procedura chirurgica a due settimane di vita in Israele, soffre inoltre di idrocefalo in sospetta anomalia di Dandy Walker. Arrivata in Italia con volo dell’Areonautica Militare l’11 marzo dopo aver varcato non senza difficoltà il confine di Rafah, nella Striscia di Gaza, è stata assistita da un’equipe specializzata nel trasporto di pazienti critici in ambienti difficili della Uoc Terapia Intensiva Neonatale e Pediatrica del Gaslini.
© Riproduzione riservata