Ringraziavano Di Pietro, che arrestava e scarcerava con un turnover vorticoso, ma molti di loro poi furono costretti a tirar giù le serrande delle loro aziende. Non si salvarono i Torno e i Lodigiani, mentre ne uscivano con il vento in poppa i Romiti e i De Benedetti, con i loro solidi studi legali. Un bel memoriale, qualche mezza verità e un bell’accordo stipulato negli uffici della procura della repubblica. Quel che non fu consentito a Raul Gardini. E i loro giornali si inchinarono. Nacquero i pool dei giornalisti (quelli che tempo dopo brindavano in sala stampa per la prima informazione di garanzia nei confronti di Bettino Craxi) e gli accordi tra i direttori dei principali quotidiani per sostenere la lotta del Bene contro il Male. Una storia che iniziò quella sera e che potrebbe anche esser raccontata così. All’inizio degli anni novanta un gruppo di pubblici ministeri di Milano ha sferrato un colpo micidiale alla classe politica di governo con la complicità di una parte del mondo produttivo proprietaria di grandi quotidiani, della Chiesa e del principale partito dell’opposizione, al lo scopo di attuare un ricambio politico.

Ci fu anche l’aiuto di un qualche “papa straniero”? Molti dicono di si. Sicuramente ci fu il sostegno di giornalisti e avvocati “accompagnatori” che abdicarono al proprio ruolo e contribuirono ad aizzare le piazze. Il grido di “onestà, onestà” nacque allora. E non ha portato fortuna ai partiti che, prima della nascita del Movimento 5 stelle, si sono incoronati come “partito degli onesti”, cioè la Rete di Leoluca Orlando e L’Italia dei valori di Antonio Di Pietro. Che non sia stata costruita nessuna società politica degli onesti dopo di allora, è sotto gli occhi di tutti. Ma un lascito la stagione di Mani Pulite ci ha regalato. Alcune regole processuali e dello Stato di diritto sono saltate: la tutela della libertà personale e del diritto di difesa, la predeterminazione del giudice naturale, la presunzione di non colpevolezza dell’imputato, il giusto processo, il principio che la responsabilità penale è personale e che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge.

Ci ha lasciato anche il ricordo dei 43 suicidi, le lacrime a Montecitorio del presidente Napolitano mentre leggeva le parole di Sergio Moroni. Il sacchetto di plastica che segnò la fine di Gabriele Cagliari, le assoluzioni di Darida e Nobili dopo il martirio e la gogna. Quella sera a Milano era caldo, il clima politico. E oggi, nel triste anniversario dell’arresto di Mario Chiesa, non c’è proprio nulla da festeggiare.

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Politica e giornalista italiana è stata deputato della Repubblica Italiana nella XI, XII e XIII legislatura.