Cattolicesimo politico
Da pastore, ci ha spronato al confronto e al dialogo: il magistero del cardinale Zuppi
Insegnamenti, riflessioni e spunti per rinverdire e rilanciare l’esperienza politica dei cattolici italiani
Il cardinal Matteo Zuppi, attuale arcivescovo di Bologna, è Presidente della Conferenza Episcopale Italiana dal maggio 2022. Una Presidenza che si è contraddistinta sin dall’inizio per la sua apertura al confronto e al dialogo, per la comprensione dei nuovi bisogni e delle nuove domande che attraversano la nostra società e, soprattutto, per il suo continuo incitamento all’azione concreta e all’impegno nella società e per la società dei cattolici.
La mission nella Chiesa italiana
Sono molti, del resto, i messaggi, le riflessioni e gli approfondimenti che hanno visto il cardinal Zuppi protagonista in questi ultimi tempi. Messaggi e riflessioni che attengono alla “mission” della Chiesa italiana innanzitutto nel nostro paese e nel mondo e anche al ruolo pubblico, e politico, dei cattolici nella società contemporanea. Un “pastore” che ci ha spronato, sin dal principio della guida dei Vescovi italiani, a superare la deriva populistica tipica della destra o l’elitarismo che spopola a sinistra. Categorie politiche, forse, che vanno profondamente riviste dopo il tramonto della cultura e delle coordinate costitutive del Novecento. Insomma, Zuppi ha sempre cercato – e questo è il filo rosso che lega il suo ragionamento sulla presenza della Chiesa e dei credenti nella società opulenta e secolarizzata dei nostri tempi – di superare la contrapposizione tra “l’elite e il popolo”.
E quindi, di conseguenza, partire da chi è ai margini della società, dalle periferie, dai bisogni dei ceti popolari e da tutti coloro che patiscono sulla propria pelle i drammi e le contraddizioni della stagione contemporanea per riscoprire una nuova convivenza civile e dare vita ad un nuovo modello di società. Nel rispetto della laicità dell’azione politica da un lato e della distinzione dei ruoli dall’altro. Un invito, costante nelle sue riflessioni, che porta i cattolici italiani anche a coltivare una spiritualità ben piantata nella società a “stare dentro la storia”, per dirla con il cardinale Zuppi. L’esatto contrario di ogni forma di intimismo, di ripiegamento privatistico e di indifferenza o di disimpegno nei confronti dei bisogni che emergono dalla società reale.
L’invito a riscoprire l’impegno politico
E poi c’è il capitolo dell’impegno dei cattolici nella vita pubblica. Certo, sono lontani i tempi della Presidenza della Cei da parte del cardinale Ruini e del ruolo decisivo della Chiesa nei confronti delle istituzioni pubbliche. Da parte di Zuppi, in tutti i luoghi in cui si presenta l’occasione, c’è un chiaro invito a riscoprire l’importanza dell’impegno politico ed amministrativo per la costruzione e il consolidamento del “bene comune”. Certo, non ci sono più le condizioni dell’unità politica dei cattolici ma, al contempo, il ruolo dei credenti nella società attuale non può ridursi ad essere semplici spettatori od osservatori disincantati. È stata celebre la sua riflessione in un incontro pubblico all’Università di Bologna nell’ottobre del 2022 quando lo stesso Zuppi disse che “i cattolici magari oggi sono irrilevanti ma certamente non sono disinteressati” per poi concludere che “i cattolici sono una minoranza creativa che deve però saper parlare con tutti, senza che questo comporti l’essere d’accordo con tutti”. Una riflessione che ha portato molte volte lo stesso Zuppi a rifarsi all’insegnamento e al magistero, straordinario e forse irripetibile, dei costituenti cattolici. Persone che, come diceva spesso un grande leader cattolico democratico, Guido Bodrato, erano “prima educatori della comunità cristiana e poi riferimento concreto per l’impegno politico dei cattolici”. Non a caso, proprio Zuppi parla della “bellezza dell’essere cristiani, fare cioè del Vangelo un qualcosa che entra nella vita delle persone, con l’impegno e l’amore politico”.
Il cattolicesimo politico italiano
Ecco, dal cardinale Zuppi arrivano insegnamenti, riflessioni e spunti per rinverdire e rilanciare l’esperienza politica dei cattolici italiani. Senza arroganza, senza presunzione e soprattutto senza alcuna deriva integralistica e confessionale ma con la precisa consapevolezza che solo attraverso la coerenza con le proprie radici, la laicità della propria azione e il senso del limite che ci accomuna è possibile ridare cittadinanza e attualità alla tradizione, alla cultura, ai valori e ai principi della miglior esperienza del cattolicesimo politico italiano. E questo anche grazie alla testimonianza, instancabile e coerente, e al contributo attivo e fecondo dell’arcivescovo di Bologna, cardinale Zuppi.
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