“Non mi sento un figliol prodigo, oggi sono da un’altra parte. Oggi sono qui non da figliol prodigo ma perché penso che il centrosinistra debba ripartire”. Così Matteo Renzi è intervenuto sul palco della Festa dell’Unità di Pesaro, insieme a Matteo Ricci. Quindi niente figliol prodigo, ma sicuramente un ritorno – da alleato e forza organica – nei ranghi del centrosinistra e di un campo largo criticato ferocemente fino a tre mesi fa, cioè fino a poco prima delle elezioni europee. Ma il flop della lista Stati Uniti d’Europa ha fatto cambiare idea all’ex premier.

Da “il Pd è finito” a “non massacrate Schlein”, la giravolta in tre mesi di Renzi accolto alla festa dell’Unità

Negli ultimi due anni ha attaccato pesantemente il Partito democratico e la sua leadership, che fosse quella di Enrico Letta o poi quella di Elly Schlein. A maggio scorso era arrivato a dire che il Pd fosse finito, morto e sepolto, dopo la presa di posizione di Schlein in merito alla battaglia contro il Jobs Act portata avanti dalla Cgil. Oggi, però, il vento è cambiato, per usare un modo di dire caro anche all’ex sindaca di Roma del M5s Virginia Raggi. Tanto da vedere Matteo Renzi accolto alla Festa dell’Unità con applausi e selfie.

Renzi: servirebbe una Margheritona, se vuoi provare a convincere Calenda…

E da Pesaro, il leader di Italia Viva, ha dettato la sua linea per il futuro del centrosinistra. Serve “una Margheritona, una Margherita 2.0 e alla guida ci dovrebbe essere qualcuno di fresco, di nuovo”. E a Ricci che gli dice che la possibile coalizione deve prevedere la guida del Pd, l’ala con il M5s e Avs e poi una costola centrista, non solo formata da Italia Viva, sottintendendo anche Azione e +Europa, Renzi risponde: “Sul piano teorico hai ragione. Calenda? Se vuoi provare a convincerlo tu…”. “Noi andiamo avanti dopo la nostra assemblea del 28 settembre a costruire questa casa, mattone dopo mattone”, insiste ancora il leader di Iv.

Renzi e il legame con Schlein: “Non fate fuoco amico sul segretario del Pd”

A confermare un rinnovato legame con Schlein, è lo stesso Renzi: “Con Schlein non siamo best friends ma riconosco che ha vinto le primarie ed è la segretaria del Pd. E allora, caro popolo del Pd se credi all’alternativa, metti Elly Schlein nelle condizioni di costruire un’alleanza, e noi ci siamo. Non nel Pd, ma da alleati”. Poi il passaggio significativo, a difesa proprio di Schlein, che lui stesso ha criticato aspramente nell’ultimo anno e mezzo: “Non massacrate la vostra leadership, non fate fuoco amico sul segretario del Pd”, ricordando le esperienze sue, di Veltroni e di Zingaretti. “Sono qui perché penso che il centrosinistra deve ripartire” e “se potessi far cadere il governo di Giorgia Meloni, farei di tutto per farlo cadere”, ha rimarcato Iv.

Borghi su Renzi alla Festa dell’Unità: “Buona la prima”

Che l’intervento di Renzi alla Festa dell’Unità sia denso di significato è palese. Se anche ci fossero stati dubbi ci ha pensato Enrico Borghi, senatore di Iv e capogruppo del partito al Senato, a sgombrarli. “La serata di Pesaro di ieri è certamente di rilievo per almeno due livelli di riflessione. Il primo potremmo definirlo di ‘contesto’, che pure nella società della comunicazione odierna ha un suo peso rilevante. L’appuntamento di ieri sera era stato preparato con un adeguato ‘battage’ ostile da Travaglio, preoccupato per una possibile intesa Schlein-Renzi in grado di costruire l’alternativa ad una Giorgia Meloni entrata nelle sue grazie. Giorni e giorni di paginate tutte tese a costruire il clima di una corrida, di un presunto e supposto odio profondo contro Renzi e Italia Viva da parte del popolo Dem, di repulsione immediata. Peccato (per Travaglio) che i duemila di Pesaro non leggano evidentemente il Fatto quotidiano. L’entusiasmo e il calore di cui ieri è stato fatto oggetto Renzi sono, viste le premesse, un primo fatto politico. Piccolo, ma significativo. Per dirla con Lao Tzu, un viaggio di mille miglia inizia con un singolo passo. E questo è stato certamente positivo”, ha scritto Borghi sui suoi canali social.

“Il secondo livello di riflessione è più politico. Renzi ha chiaramente delineato un percorso, dentro una chiarezza priva di ambiguità (non rientreremo nel Pd, proponiamo una alleanza tra diversi su obiettivi comuni) e lungo direttrici proprie di una vocazione di governo. Ora, tracciate le coordinate generali, vanno costruiti i livelli di dettaglio. E per questo è fondamentale proseguire il confronto, il dialogo e le riflessioni nel merito. Intanto, buona la prima!”, ha concluso Borghi. Chissà dopo la prima quante altre ce ne saranno.

Redazione

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