Per salvare le lezioni in presenza a scuola ed evitare quanto più possibile l’uso dalla Dad, la didattica a distanza, scende in campo l’esercito. È questo il piano preparato dalla struttura commissariale che fa capo al generale Francesco Paolo Figliuolo, che per aiutare le Asl nei test e tracciamenti nelle scuole vuole schierare i militari.

Saranno infatti 11 laboratori di biologia molecolare della Difesa, presenti in 8 regioni, più due laboratori mobili, ad aiutare la sanità locale a smaltire i tamponi e verificare in tempi rapidi eventuali casi di Covid-19 all’interno delle classi.

Una mossa, quella di struttura commissariale ed esecutivo, che tenta anche di cancellare le polemiche nate dopo il caos delle direttive per la Dad a scuola modificate e poi ‘rettificate’a distanza di sole 24 ore. 

L’obiettivo del governo è limitare il più possibile la Dad“, ha assicurato il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, che sulla questione dei protocolli sulle quarantene spiega che “ciò che conta è il risultato“, ovvero “favorire la scuola in presenza”.

Fino a ieri, infatti, un alunno positivo al Covid avrebbe mandato a casa l’intera classe in quarantena e, quindi, in Dad. Poi, nel giro di 24 ore, le norme appena cambiate sono state nuovamente cancellate. Le regole, per ora, prevedono che per i bambini dai 6 ai 12 anni, a oggi non ancora vaccinabili, saranno necessari due casi di positività al covid. Per gli over 12, invece, si finirà in Dad soltanto dal terzo contagio.

Oggi quindi la scelta di schierare l’esercito per aiutare le Asl, in difficoltà di fronte alla mole di test e tracciamenti da eseguire in ambito scolastico. Al momento, spiega la sottosegretaria all’Istruzione, Barbara Floridia, “sono in Dad il 2,6% delle classi del primo ciclo e l’1,4% del secondo ciclo“. Numeri ridotti che, però, non devono far abbassare la guardia, è il monito di Floridia: “Il tracciamento va attuato“.

Sulle polemiche relative ai protocolli è intervenuto oggi anche il presidente dell’Associazione nazionale presidi Antonello Giannelli: “Non voglio drammatizzare il fatto che le regole siano cambiate nell’arco di 24 ore”, spiega Giannelli, anche se il giorno prima si era detto “sconcertato dal dietrofront”. Quindi la stoccata all’esecutivo Draghi: “Strano che due ministeri abbiano preso una decisione del genere senza sapere della disponibilità di supporto della struttura commissariale. Forse ci vorrebbe maggiore comunicazione”.

Avatar photo

Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.