Sospeso il protocollo anti-Dad
Dad a scuola, retromarcia dopo l’aumento dei casi tra i giovani: classe in quarantena con un solo positivo
Dietrofront sulla scuola. Il protocollo firmato soltanto un mese fa da Regioni e Istituto Superiore di Sanità, la regola che permetteva di non entrare più in Dad, didattica a distanza, con un solo positivo per classe, viene sospeso.
Una circolare firmata dal direttore generale della prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza, non ancora pubblicata ma anticipata stamani da La Stampa, prevede infatti che “qualora le autorità sanitarie siano impossibilitate ad intervenire tempestivamente”, “il dirigente scolastico, venuto a conoscenza di un caso confermato nella propria scuola, è autorizzato, in via eccezionale e urgente, a disporre la didattica a distanza per l’intero gruppo”.
Una decisione arrivata dopo un vertice tra ministero alla Salute e Regioni per discutere delle strategie di testing a scuola e di tracciamento del virus tra gli studenti, in modo da isolare e intercettare rapidamente eventuali casi da variante Omicron.
Il ritorno alla Dad durerebbe 10 giorni, come attualmente previsto per tutti i contatti stretti dei positivi. Attualmente, in base al protocollo firmato da ISS e Regioni, servivano tre positivi in classe per far scattare la didattica a distanza: dopo un caso accertato di contagio infatti gli altri alunni potevano restare in classe ma sotto osservazione e con due tamponi molecolari da effettuare a distanza di cinque giorni.
Un protocollo che cade sotto la pressione dei numeri: l’aumentare dei casi nella fascia di età compresa tra i 12 e i 19 anni, salito del 25 per cento nell’ultima settimana, e l’emergere della variante Omicron, ha spinto al cambio di direzione, con la responsabilità di tornare alla didattica a distanza dopo un singolo caso che spetta dunque ai dirigenti scolastici.
Il timore che la variante sequenziata per la prima volta in Sudafrica ha spinto anche il commissario straordinario per l’emergenza Covid, il generale Francesco Paolo Figliuolo, a scrivere alle Regioni per assegnare a ciascuna la quota minima di somministrazioni del vaccino che dovrà fare tra domani e il 12 dicembre. I numeri sono importanti, ovvero 4 milioni e 600mia dosi, una spinta che il commissario reputa fondamentale per accelerare la campagna vaccinale delle terze dosi.
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