Dal lutto per la madre alle polemiche, Selvaggia Lucarelli contro gli hater: “Non accetto che mi si dica cosa dovrei provare”

Colpevole, secondo il tribunale dei social, di aver partecipato alla puntata di ‘Ballando con le stelle’, programma del sabato sera di Rai1, nel giorno della scomparsa della madre Nadia.

È l’ondata di accuse e polemiche che ha coinvolto da ieri sera Selvaggia Lucarelli, giornalista del quotidiano ‘Il Domani’ e giudice dello show tv condotto da Milly Carlucci.

Lucarelli che sui social è stata inondata da commenti al vetriolo, di odio, da parte di chi vuole “insegnare” come elaborare un lutto. Per questo, e per ricordare ancora una volta la madre Nadia, scomparsa all’età di 79 anni per Covid, e da tempo sofferente per l’Alzheimer, la Lucarelli si è sfogata in una intervista al Corriere della Sera.

La giornalista spiega quello che molti, tra i familiari di persone che soffrono di Alzheimer, conoscono bene: “Sono in qualche modo preparati. Non che si possa essere mai davvero preparati a perdere qualcuno, ma il momento in cui svanisce l’essenza della persona per quello che è stata, per come tu te la ricordi, è un altro”, sottolinea infatti la giornalista.

Della madre scomparsa sabato “era rimasto il corpo, qualche sorriso, qualche sguardo in cui ci sembrava di scorgere un ricordo, un bagliore. Il vero addio è stato quando l’ho guardata negli occhi e ho capito che non mi riconosceva più. Ed è stato più doloroso dell’addio al corpo di ieri”.

Eppure, a fronte del dolore privato, la Lucarelli ha deciso di partecipare alla puntata serale di ‘Ballando’. Una scelta sottoposte a critiche feroci, che per Lucarelli è dovuto a “un enorme corto circuito: siamo così abituati alla strumentalizzazione del dolore trasformato in pochi secondi in rivendicazioni, posizionamenti e fertilizzante per il proprio brand che se uno osa lasciarlo in una stanza, senza esibirlo e sventolarlo, viene additato come cinico”.

Il punto chiave è quello dell’elaborazione del lutto. Per la Lucarelli la quesitone grave è che “si dà per scontato che la morte di un genitore debba voler dire sofferenza, dolore, che ci si debba chiudere in casa. Io rifiuto questi cliché sulla sofferenza dovuta. Bisogna dire a chiare lettere che ci si può sentire sollevati, anche se non è il mio caso. Non c’è nulla di dovuto, ognuno elabora il lutto come desidera”.

Di fatto una risposta a chi, come il giornalista Clemente Mimum, su Twitter aveva ricordato a proposito della scomparsa di Nadia Agen che quando morì sua madre lo speciale Tg1 di cui era responsabile non andò in onda.

Non capisco davvero che ragione ci sia di rivendicare la propria modalità di vivere il dolore – risponde Lucarelli – Sei migliore di me? Più sensibile? Più sintonizzato con la sofferenza? Ripeto: ognuno deve essere libero di viverla come desidera”.