Critiche all'organizzazione elogiata da tanti napoletani
Dal red carpet al centro vaccinale, lo show senza vergogna dell’attore Maurizio Casagrande: “C’è la fila”
Sarà stata la nostalgia della scena, la chiusura dei teatri che va avanti, purtroppo, da un anno. Ma lo show dell’attore Maurizio Casagrande all’esterno del centro vaccinale della Mostra d’Oltremare di Napoli è apparso fuori luogo. Innanzitutto perché lo ha fatto a prescindere, gratuitamente, senza conoscere i reali motivi dell’ipotetico disservizio. Poi perché da settimane nonnini, docenti, collaboratori scolastici, poliziotti, carabinieri, finanzieri non fanno altro che elogiare l’organizzazione messa in piedi dall’Asl Napoli 1 Centro diretta da Ciro Verdoliva.
L’artista ha accompagno nel primo pomeriggio di oggi, giovedì 11 marzo, il padre Antonio (storico attore partenopeo) girando due video polemici, uno prima e uno dopo la somministrazione della dose del vaccino al genitore 90enne. Forse abituato al red carpet o a kermesse in grande stile, Casagrande ha immortalato la folla di persone presenti (anziani accompagnati dai propri familiari) all’esterno della struttura di Fuorigrotta e non ha perso occasione per polemizzare senza, lo ribadiamo, conoscere i reali motivi dell’attesa, durata – secondo la sua denuncia social – circa due ore.
“Oggi è una giornata un po’ particolare, ho portato mio padre Antonio a fare il vaccino. Ci hanno detto di arrivare qui, pronti, alle 14” commenta nel primo video per poi riprende la fila e attaccare: “L’unica cosa da dire a chi ha organizzato questa cosa è vergogna, non c’è altro termine”. Dopo aver riaccompagnato il padre a casa, Casagrande è andato nuovamente in scena per “fare il resoconto e dire come andata anche perché c’è qualche imbecille che ha qualcosa da ridire. Allora – prosegue il monologo – due ore d’attesa più una ventina di minuti dopo il vaccino, ma questo è regolare (e menomale, ndr), perché tengono le persone venti minuti in osservazione per vedere se ci sono reazioni al vaccino”. Poi dopo gli apprezzamenti di rito (“personale straordinario, attentissimo”) ecco la morale: “Perché poi noi, non è che non le sappiamo fare le cose, sono solo organizzate male”. Infine la conclusione: “Due ore e venti minuti, meditate“.
Uno show il suo che probabilmente non ha tenuto in considerazione alcuni aspetti. In primis c’è chi, vuoi per l’ansia, vuoi per altri motivi, si presenta in largo anticipo all’esterno della Mostra d’Oltremare e, una volta lì, si mette in fila e spera di entrare. Le convocazioni dell’Asl radunano generalmente dalle 70 alle 100 persone ogni ora. Ma spesso il personale del centro vaccinale deve fare i conti anche con quelle persone che si presentano ai varchi d’accesso, ingolfando così la fila, senza alcuna convocazione. E una volta arrivati all’ingresso provano ad entrare adducendo motivazioni di tutti i tipi.
Episodi analoghi si sono verificati anche all’inizio della seconda ondata di coronavirus, tra ottobre e novembre scorso, all’esterno della sede del Frullone dove in tanti si presentavano per sottoporsi a tampone anche senza aver effettuato la prenotazione attraverso il medico di base. Casagrande forse queste cose non le conosceva e così, a distanza di due mesi dall’avvio dei vaccini alla Mostra d’Oltremare (e dopo le polemiche e lo sciacallaggio mediatico delle prime 48 ore), è stato probabilmente uno dei primi a screditare quella che la maggior parte dei cittadini partenopei considerano un’organizzazione svizzera.
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