Da concorso esterno in associazione mafiosa ‘grazie’ alle testimonianze discordanti di alcuni pentiti all’archiviazione della sua posizione. Finisce dopo due anni e mezzo l’incubo giudiziario dell’avvocato Raffaele Chiummariello, coinvolto in una inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli che il 26 giugno del 2019 ha portato all’esecuzione di 126 misure cautelari, 89 delle quali in carcere.
Nel mirino l’Alleanza di Secondigliano, storica organizzazione camorristica napoletana, e nello specifico il clan Contini e il suo storico boss Eduardo Contini, detenuto in regime di carcere duro da oltre un decennio.
Chiummariello secondo le rivelazioni contraddittorie di alcuni pentiti, e nello specifico Giuseppe De Rosa, il figlio Teodoro e Pasquale Orefice, viene coinvolto nell’inchiesta condotta dai magistrati Ida Teresi, Alessandra Converso e Maria Sepe, sotto il coordinamento dell’allora procurare aggiunto Giuseppe Borrelli (oggi a capo della procura di Salerno) e del procuratore Giovanni Melillo. Considerato il tramite tra il boss Contini e i suoi referenti in libertà, per Chiummariello la procura partenopea chiese una misura cautelare respinta dal Gip del tribunale di Napoli Roberto D’Auria per carenza della gravità indiziaria e non impugnata dalla stessa Procura già all’epoca.
Dopo 19 mesi il Gip Roberto D’Auria, su richiesta degli stessi pm che avevano condotto all’epoca le indagini (concluse nel 2016), ha archiviato la posizione dell’avvocato Chiummariello (difeso dal collega Rocco Antonio Briganti), per anni intercettato dai magistrati perché avvocato difensore prima di Contini poi del cognato Patrizio Bosti e del figlio Ettore, tutti considerati elementi apicali dell’organizzazione camorristica.
Un incubo iniziato con dichiarazioni discordanti da parte di Giuseppe e Teodoro De Rosa (quest’ultimo smentito dallo stesso genitore) e riconoscimenti in foto errati da parte del terzo pentito, Pasquale Orefice. Incongruenze rilevate già all’epoca dal Gip Roberto D’Auria ma che non bastarono ad evitare l’immancabile gogna mediatica per Chiummariello ribattezzato in quei giorni “l’avvocato della camorra”.