Si erano visti assegnare dal Comune di Napoli un alloggio popolare nel quartiere di Fuorigrotta, in via Leopardi, ma la loro ‘colpa’ era che quell’appartamento un tempo era nella disponibilità di un pluricondannato per associazione mafiosa e per diversi omicidi.
Così si sono ritrovati a fare i conti con le minacce, rivolte anche ai loro bambini, tra cui un figlio disabile. “Questo appartamento è di proprietà della camorra, se lo vuoi mi devi dare 50mila euro”, si sono sentiti dire una coppia, marito e moglie, da due emissari.
I due, marito e moglie rispettivamente di 61 e 59 anni legati da vincoli di parentela con il pluricondannato ritenuto affiliato alla criminalità organizzata locale, si sono visti notificare dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando provinciale di Napoli, al termine di indagini coordinate dalla Procura (sostituto procuratore Stefania Di Dona), il divieto di dimora e obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Come ricostruita dall’indagine della Procura partenopeo, l’appartamento al centro delle minacce era stato confiscato alla compagna del pluricondannato e poi inserito nella lista dei beni da assegnare a chi ne aveva bisogno, come la coppia in questione, che ha un figlio disabile.
Da lì le minacce, documentate anche in un video, rivolte anche ai bambini: “Non avrete pace, né lei, né i suoi bambini”. Quando le minacce hanno contemplato anche l’uso di una mazza da baseball, marito e moglie hanno deciso di rinunciare a quell’alloggio, nonostante sia senza casa e con un figlio disabile a carico.
Agli atti intimidatori ha preso parte anche una terza persona, un 50enne, per la quale però il giudice non ha ritenuto opportuno emettere un provvedimento cautelare.