E’ stato condannato primo grado, con rito abbreviato, Danilo Iervolino per una vicenda di corruzione che lo vede coinvolto in concorso con altri imputati. Secondo le accuse, Iervolino sarebbe stato implicato nella corruzione di un pubblico ufficiale del Ministero del Lavoro, che avrebbe concesso al sindacato CISAL un parere favorevole sulla scissione asimmetrica di due patronati. In cambio, al fine di sdebitarsi, il sindacalista coinvolto si sarebbe impegnato a trovare un’assunzione al figlio del pubblico ufficiale e lo avrebbe chiesto ed ottenuto presso l’Università Pegaso, all’epoca presieduta da Iervolino. In merito a questa vicenda, che appare molto singolare, abbiamo chiesto all’interessato il suo punto di vista.

Come commenta la sentenza?
Rispetto la sentenza per dovere civico, ma sono sbigottito e incredulo. Mi batterò affinché, in appello, possa emergere la mia totale estraneità ai fatti che mi vengono imputati. In questo momento buio e triste della mia vita mi concentrerò sui miei affetti, continuando con senso di responsabilità a portare avanti i molteplici impegni imprenditoriali che ho intrapreso”.

Ci racconti cosa è successo.
Ho assunto un ragazzo come in tantissimi altri casi, su indicazione di un mio allora caro amico sindacalista, o meglio segretario nazionale di un sindacato. Di quello che poteva esserci dietro non ne sapevo assolutamente nulla. Ho fatto molte assunzioni su segnalazioni di amici o conoscenti, perché in Italia è buona prassi trovare lavoro attraverso il ricorso a persone di fiducia. Ma non c’è stato alcun tornaconto personale”.

Quali vantaggi avrebbe potuto ottenere dal Ministero del Lavoro?
Assolutamente nessuno. Non mi sono mai recato in vita mia al Ministero del Lavoro e non ho mai avuto alcun interesse in quella sede. Inoltre neanche so cosa sia la scissione asimmetrica di un patronato. È surreale essere condannato per un’assunzione nella mia azienda privata“.

Quale è il suo rapporto con il magistrato Woodcock?
Sono stato indagato tante volte per più di dieci reati, sempre con archiviazioni. Una vera persecuzione durata quattro anni. Ho dovuto vendere la mia azienda e lasciare Napoli proprio a causa di queste vicende”.

La sua causa civile contro il magistrato ha influito sulla sentenza?
Sì, ho una causa civile in corso contro di lui da tempo, ma spero vivamente che ciò non abbia influenzato il giudizio complessivo. Certo, mi sembra di vivere situazioni degne di una serie TV come Billions”.

Come intende affrontare il futuro?
Farò appello e dimostrerò la mia totale estraneità ai fatti. Continuerò a fare impresa con tutte le mie energie e concentrazione, e mi batterò sempre per mantenere integro il mio buon nome e la mia reputazione”.

Si dice che sia la persona fisica che ha pagato più tasse nel Mezzogiorno d’Italia…
Sì, credo sia vero, penso di essere il maggior contribuente del meridione nella storia della repubblica italiana. Ho pagato centinaia di milioni di euro in tasse. Non me ne pento e penso sia normale rispettare la legge. Non mi aspetto premi, perché pagare le tasse è alla base della mia moralità e della mia filosofia di vita”.