Prosegue la guerra a distanza da il governatore campano Vincenzo De Luca e la premier Giorgia Meloni. Dopo la sfida dei manifesti affissi per la città di Napoli e più in generale in tutta la regione prima da presidente dem e poi dal partito della presidente del Consiglio, arriva un nuovo attacco da parte di De Luca. Nella consueta diretta social del venerdì, il governatore campano critica la riforma costituzionale del premierato e chiama in causa anche Don Patriciello, il parroco di Caivano sotto scorta da due anni e simbolo della lotta anticamorra nella Terra dei Fuochi.

Patriciello ‘paga’ -nell’ottica del presidente campano – la vicinanza alla premier Meloni che, dopo lo scandalo delle due cuginette violentate da un gruppo di coetanei nel Parco Verde, ha sposato (si fa per dire) la causa Caivano avviando, almeno sulla carta, un’opera di bonifica del territorio fatta principalmente di passerelle istituzionali e repressione (con il decreto Caivano si arrestano minori quasi a prescindere).

De Luca: “Premierato presentato a Pupo, Zanicchi e il Pippo Baudo dell’area nord”

Bisogna tenere presente questo contesto per ‘pesare’ le parole di De Luca che lancia, tuttavia, un attacco durissimo a uno dei pochi presidi di legalità su un territorio da sempre abbandonato dalle istituzioni (regine Campania compresa). “Ho visto la Meloni che presenta la riforma del premierato a noti costituzionalisti – commenta ironico De Luca nella sua diretta – fra i quali ho notato in modo particolare Iva Zanicchi, Pupo, e ad ascoltare c’era anche un prete del nostro territorio, conosciuto come il Pippo Baudo dell’area nord di Napoli, con relativa frangetta. Sono momenti davvero imperdibili”.

Don Patriciello a De Luca: “Bulli e camorristi ora mi prenderanno in giro”

Immediata in serata la replica, sempre via Facebook, di don Patriciello: “Caro Presidente, caro fratello Vincenzo De Luca, la sua ironia nei confronti di un povero prete dell’area nord di Napoli, la stessa della quale lei ebbe a dire: ‘A Caivano lo Stato non c’è. Stop’ mi ha tanto addolorato. Se era questo che voleva, c’è riuscito. Non mi permetto – non ne sarei capace e non credo di averne il diritto – di risponderle per le rime. A che servirebbe? Le ferite vanno lenite non procurate”.

Il parroco della chiesa di San Paolo Apostolo del Parco Verde di Caivano aggiunge: “Penso, però, in piena coscienza, di non meritare le offese del tutto gratuite del presidente della mia regione. Che dirle? Alle offese e alle minacce – larvate o meno – ci sono abituato da tempo. Non a caso, da due anni vivo sotto scorta. Un conto, però, è quando arrivano dai camorristi, ben altra cosa, invece, quando a pugnalarti a tradimento è una persona come lei. Fa niente. Offro al Signore anche questa mortificazione. Sono un prete, non dimentico mai che ‘se il chicco di grano caduto in terra non muore, la spiga non nasce’. La saluto, Presidente. Penso che da domani bulli e camorristi inizieranno a prendermi in giro gridandomi alle spalle: ‘Sta passando Pippo Baudo’. Dio benedica lei, la sua famiglia, la regione che amiamo”, conclude.

Meloni attacca: “Da De Luca segnale spaventoso”

Sulla vicenda è intervenuta, sempre via social, anche la premier Giorgia Meloni che attacca De Luca: “‘Pippo Baudo dell’area nord di Napoli’. Così, deridendolo, il presidente della Regione Campania definisce Don Maurizio Patriciello, un prete, un uomo che cerca di combattere la camorra e dare risposte alle famiglie perbene dove quelli come De Luca non sono riusciti a farlo, o non hanno voluto farlo”. Così facendo, aggiunge la presidente del Consiglio, De Luca “dà un segnale spaventoso” perché “padre Maurizio vive sotto scorta perché è diventato un obiettivo dei camorristi che non gradiscono la sua tenacia nell’allontanare i giovani dalla droga e dalla criminalità. Invece di aiutare Padre Maurizio, fargli sentire il sostegno delle istituzioni, De Luca lo deride, e così facendo dà un segnale spaventoso”.

Poi la retorica di un governo che, a Caivano, non va oltre le passerelle: “Voglio dire a Padre Maurizio che lo Stato c’è, al suo fianco. Che non è solo. E che gli uomini e le donne che non hanno scambiato le istituzioni per il palcoscenico di un cabaret, ma svolgono il loro compito con disciplina e onore, conoscono e riconoscono il valore dei suoi sacrifici. #IosonoPadreMaurizio”.

La contro-replica di De Luca

Ribatte De Luca che, sempre via social, commenta: “Apprendo con animo turbato e contrito che l’on. Meloni ha trovato ‘spaventosa’ una mia battuta relativa alla sua performance sul premierato, e al carattere propagandistico che l’ha caratterizzata. Sono grato e commosso per l’attenzione. Ma sono spaventato del suo spavento. Mi aspetterei – aggiunge – che il Presidente del Consiglio, oltre che delle fanfaluche, si preoccupasse di sbloccare i nostri fondi di sviluppo e coesione bloccati da un anno, e consentisse così la realizzazione di opere e la creazione di lavoro”. “Consideriamo questa la risposta più efficace ai poteri criminali”, conclude De Luca.

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Giornalista professionista, nato a Napoli il 28 luglio 1987, ho iniziato a scrivere di sport prima di passare, dal 2015, a occuparmi principalmente di cronaca. Laureato in Scienze della Comunicazione al Suor Orsola Benincasa, ho frequentato la scuola di giornalismo e, nel frattempo, collaborato con diverse testate. Dopo le esperienze a Sky Sport e Mediaset, sono passato a Retenews24 e poi a VocediNapoli.it. Dall'ottobre del 2019 collaboro con la redazione del Riformista.