Il governatore della Campania alla Festa dell'Unità
De Luca contro il Ddl Zan: “A scuola la giornata contro l’omostransfobia? Ma andate al diavolo!”
De Luca spara a zero contro il Ddl Zan. Per presunte posture ideologiche, per il contestatissimo e dibattutissimo articolo 7, per ragioni elettorali anche. Le dichiarazioni alla festa dell’Unità di Bologna domenica sera. Il punto sul quale si stanno concentrando per la maggior parte i titoli dei giornali: la contrarietà del governatore alla “istituzione della Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia”, proprio quell’articolo 7 che non gli avrebbe fatto votare il disegno di legge.
“Io così com’è il decreto Zan non lo avrei votato perché se non si cambia almeno la parte che riguarda le scuole io non lo avrei votato. Ma voi pensate davvero che sarebbe ragionevole che alle elementari si faccia la giornata contro l’omotransfobia? Ma andate al diavolo!”, ha detto De Luca. L’articolo del ddl riconosce nel giorno 17 maggio la Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia “al fine di promuovere la cultura del rispetto e dell’inclusione nonché di contrastare i pregiudizi, le discriminazioni e le violenze motivati dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere, in attuazione dei princìpi di eguaglianza e di pari dignità sociale sanciti dalla Costituzione” attraverso cerimonie, incontri e iniziative.
E proprio su questo punto De Luca non è d’accordo. “Un conto è se tu mi dici che alle ultime classi delle superiori facciamo una giornata di riflessione. Questo va bene. Ma dobbiamo sapere che, quando affrontiamo temi delicati come questo, occorre grande misura, grande senso di responsabilità – ha argomentato il governatore – Abbiamo fatto una crociata sulla legge Zan e poi abbiamo detto che dobbiamo dare il voto ai 16enni. Per quello che ho colto io, queste sono le proposte nel programma del Partito democratico. Ma voi pensate che sulla base di queste proposte conquistiamo la maggioranza degli elettori?”.
E ancora, sul ddl Zan, intervistato dalla giornalista Lucia Annunziata: “Certo che dobbiamo difendere i diritti, ma non è immaginabile che su questioni che hanno contenuti morali che vanno aldilà della politica noi ideologizziamo i problemi. Credo che abbiamo sbagliato a rispondere al cardinale Parolin come abbiamo risposto. Il cardinale Parolin è una personalità rilevante del mondo cattolico. Nel mondo cattolico c’è uno scontro in atto tra forze conservatrici e mondo progressista. Noi abbiamo risposto a Parolin in termini volgari e politicamente insopportabili. I Patti Lateranensi? E che diavolo c’entrano i Patti Lateranensi. Ma fa’ che il segretario di Stato non può esprimere la propria opinione? Ma stiamo scherzando?”.
L’intervento di De Luca sta facendo discutere in queste ore – e non c’è da stupirsi, visto che il ddl Zan è stato tra gli argomenti più dibattuti negli ultimi mesi. Il disegno è passato alla Camera e ora è fermo al Senato. Oltre 700 gli emendamenti presentati a luglio. La discussione è slittata a settembre. A criticare le parole di De Luca la consigliera comunale del Pd a Bologna e portavoce, Roberta Li Calzi, attraverso Facebook: “Mentre il Pd assume con coraggio il profilo di un partito per cui diritti sociali e diritti civili marciano uniti, qualcuno pensa con furbizia di coprire uno spazio politico arretrato e anacronistico, alle spalle di cittadine e cittadini le cui libertà oggi sono ancorate a un livello inferiore che nel resto d’Europa. De Luca pensi a governare la sua Regione, in cui le aggressioni contro le persone Lgbti riempiono le pagine di cronaca”.
Particolare da non dimenticare: Piero De Luca, figlio di De Luca, è vice capogruppo dei dem alla Camera dei deputati. Il governatore ha comunque infierito sul ddl – “La legge non è stata approvata e non sarà approvata” – e sul Partito Democratico – “La capacità di attrazione del Pd oggi è pari a zero. Noi dobbiamo parlare di sicurezza, sennò facciamo un regalo a quel Neanderthal di Salvini”.
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