Incostituzionale la legge della Regione Campania”. Questa la decisione della Corte Costituzionale che ha di fatto messo fuori gioco il governatore Vincenzo De Luca che non potrà ricandidarsi per guidare per il terzo mandato di fila la regione Campania. Le elezioni sono in programma nell’autunno del 2025.

De Luca contro Corte: “Ci sarà lavoro per imbianchini…”

Secco il commento del diretto interessato. “Straordinaria performance giuridica dell’Alta Corte” le parole di De Luca secondo cui è stata “accolta una tesi strampalata, progettata in udienza, che ha fatto inorridire autorevoli costituzionalisti. La buona notizia è che ci sarà molto lavoro per gli imbianchini. Si dovrà infatti cancellare in tutte le sedi giudiziarie del Paese la scritta: la legge è uguale per tutti”.

La decisione della Consulta è arrivata dopo il ricorso presentato dalla presidenza del Consiglio contro la norma in questione. I giudici hanno ritenuto incostituzionale la legge regionale che consente al presidente della Giunta regionale uscente che ha già svolto due mandati consecutivi di candidarsi per un terzo.

Perché è incostituzionale la legge campana: la spiegazione della Consulta

L’articolo 1 della legge n.16/2024 della Regione Campania, spiega Palazzo della Consulta, “dopo avere previsto che non è immediatamente rieleggibile alla carica di presidente della Giunta regionale chi, allo scadere del secondo mandato, ha già ricoperto ininterrottamente tale carica per due mandati consecutivi”, ha tuttavia stabilito che, “ai fini dell’applicazione della presente disposizione, il computo dei mandati decorre da quello in corso di espletamento alla data di entrata in vigore della presente legge”. Proprio con quest’ultimo punto, secondo i giudici costituzionali, “il legislatore campano ha reso inapplicabile, per la prossima tornata elettorale, il principio fondamentale del divieto del terzo mandato consecutivo posto dal legislatore statale con la legge n.165/2004“, cosi’ “violando l’articolo 122, primo comma, della Costituzione, che attribuisce al legislatore regionale il compito di disciplinare, tra l’altro, le ipotesi di ineleggibilità del presidente della Giunta regionale nel rispetto dei principi fondamentali stabiliti con legge della Repubblica”.

La vittoria di Meloni e Schlein

Quanto sancito dalla Consulta offre un assist sia al governo Meloni che punta a conquistare alle prossime elezioni la regione guidata da 10 anni dallo sceriffo di Salerno che nell’ultima tornata elettorale conquistò percentuali bulgare (quasi il 70%) che alla segretaria del Pd Elly Schlein che da quando è alla guida del Nazareno ha più volte sottolineato l’intenzione di non appoggiare De Luca.

La difesa della Regione Campania: “Perché leggi Veneto, Marche e Piemonte vanno bene?”

“Riteniamo fondata l’obiezione di inammisibilità”, ha spiegato l’avvocato Giandomenico Falcon, che rappresenta la Regione Campania insieme agli avvocati Aristide Police e Marcello Cecchetti, nel corso dell’udienza pubblica, nel Palazzo della Consulta, sul ricorso presentato contro la legge che consentirebbe al governatore Vincenzo De Luca di ricoprire un terzo mandato. La Regione Campania ha eccepito l’inammissibilità per “omessa ricostruzione o incompletezza del quadro fattuale e giuridico”. Il principio del divieto del terzo mandato consecutivo non prenderebbe in considerazione il “diritto vivente formatosi nella giurisprudenza” e la già “avvenuta promulgazione da parte di altre Regioni, Veneto, Marche e Piemonte, di leggi che, sul presupposto del carattere non autoapplicativo del principio, lo hanno introdotto a valere dal mandato presidenziale in corso o da quello successivo”. “Non sono riuscito a capire – ha detto Falcon – per quale ragione le leggi del Veneto, delle Marche e del Piemonte, che fanno riferimento al computo dei mandati successivi all’approvazione delle legge, andrebbero bene mentre non andrebbe bene quella della Campania, che ingloba nel computo dei mandati anche quello in corso”.

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