Vincenzo De Luca attacca l’Italia delle Zone Rosse, Arancioni e Gialle. Se la prende con l’algoritmo dei 21 parametri che assegna ogni Regione a un’area di maggiore o minore rischio di contagio con il dpcm di inizio novembre. E invece, per il Presidente della Campania, quella classificazione è tutta una scempiaggine. L’aveva già definito un “marchettificio”, come “la cosa in sé in Kant, un inconoscibile, nessuno sa cosa sia”. E oggi torna a smontarlo nella sua consueta diretta Facebook del venerdì pomeriggio: se la prende con uno strumento e con la sua applicazione da parte del governo. E fa un esempio: “Il Veneto è il simbolo della cialtroneria dell’algoritmo”.

Proprio ieri il governatore Luca Zaia del Veneto ha anticipato il governo – che in serata dovrebbe partorire l’agognato decreto sulle festività natalizie dopo un tira e molla lungo settimane – e ha annunciato: “Dal 19 dicembre al 6 gennaio stabiliamo la chiusura dei confini comunali a partire dalle 14. Abbiamo già un testo ma lo firmerò domani sera. Le attività produttive e commerciali non chiuderanno: chi ha la serranda non la abbasserà, ma dalle 14 si lavora solo con cittadini della propria città”. Una sorta di “zona arancione di scala”, ha detto. Da diversi giorni l’emergenza nella Regione si è fatta sempre più pressante: il Veneto è quella più colpita a livello nazionale per numero di nuovi contagi nella giornata.

“Siamo al collasso”, l’allarme del sindacato dei medici ospedalieri. Solo due giorni fa il picco di 165 morti. Uno studio del dipartimento di Prevenzione della Regione ha registrato un aumento del tasso medio della mortalità del 38% tra la fine di marzo e l’inizio di aprile, poi in discesa in estate, di nuovo in salita nei primi 15 giorni di novembre al 32% e nella seconda metà al 44%. E pensare che nella prima ondata quello della Regione era considerato il “modello Veneto”, grazie alla campagna di tamponi a tappeto promossa da Andrea Crisanti, il direttore del laboratorio di microbiologia dell’Università di Padova.

Il totale dall’inizio dell’emergenza nella Regione è di 205.009 positivi e 5.161 morti. “Sì, situazione pesante, con più di tremila ricoverati. È come se quasi sette ospedali grandi di provincia fossero orientati covid. Non abbiamo più paura di morire …”, aveva ammesso il governatore Zaia a commento delle immagini del fine settimana con le piazze e i centri delle città affollati. Il Veneto è dall’adozione del dpcm in Zona Gialla. La Campania, Gialla all’inizio, è stata l’unica a passare con un doppio salto in Zona Rossa. Una classificazione comunque inutile per De Luca che ha elencato i motivi che hanno salvato la Campania: “Abbiamo fatto filtro ad agosto, abbiamo chiuso le scuole un mese prima che a livello nazionale e abbiamo preso misure di contenimento prima degli altri, dalle mascherine alle attività, scontando polemiche e atti di guerriglia”. La Campania in questo momento è zona Arancione. “

Avete visto che oggi abbiamo una situazione drammatica ormai in Veneto. A conferma di quanta cialtroneria ci sia nel meccanismo delle Zone Gialle, Rosse, Arancioni. Il Veneto è da sempre Zona Gialla, oggi ha il triplo delle terapie intensive occupate della Campania – ha chiosato De Luca – Voglio inviare un augurio ai nostri concittadini del Veneto che stanno pagando sulla propria pelle il propagandismo e le finzioni del governo nazionale e non solo del governo nazionale. Auguri ai nostri concittadini per una situazione che per tanti versi è drammatica. Però: sono in Zona Gialla”.

Redazione

Autore