Il governatore della Campania
De Luca tira dritto: “Se rivotassimo domani prenderei l’80%, non il 70%”
“Se rivotiamo domani anziché il 70, prendo l’80% dei consensi”. A dirlo, in un’intervista al quotidiano Libero, è il Presidente della Campania, fresco di ri-elezione alle amministrative dello scorso settembre, Vincenzo De Luca. Un governatore nell’occhio del ciclone, le cui dichiarazioni faranno discutere, proprio nel giorno in cui la Regione passa dalla Zona Gialla alla Zona Rossa. Una decisione frutto di un tira e molla con il governo durato oltre una settimana. “Nessuno confonda i propri desideri con la realtà – ha continuato De Luca – Oggi è in difficoltà chi ha partecipato a una campagna di sciacallaggio politico e mediatico contro la Campania, e contro l’unico presidente che aveva detto la verità due mesi fa, e che ha attuato in anticipo misure che oggi prendono tutti”.
Non è più la prima ondata per il governatore, quando con le sue strette, comunicate nelle dirette su Facebook farcite di “lanciafiamme” e “cinghialoni”, aveva dato l’idea di un amministratore capace di arrestare la forza del coronavirus. Adesso il contagio corre in tutta Italia. La situazione, soprattutto tra Napoli e Caserta, allarma. Le sue dichiarazioni sulla scuola (chiusa già il 16 ottobre) e i bambini cresciuti con il “latte al plutonio” hanno scatenato polemiche e proteste. Ma comunque il governatore rassicura sulla tenuta della Sanità campana: “Abbiamo raddoppiato in pochi mesi le nostre terapie intensive; abbiamo centinaia di posti letto di ricovero ordinario disponibili. C’è un affollamento come in tutta Italia, nei pronto soccorso. E c’è una grande carenza soprattutto di anestesisti: è questa la nostra criticità vera”. Come una tegola, sulla Sanità regionale, è caduto il caso del paziente morto nel bagno dell’Ospedale Cardarelli e ripreso in un video girato da un altro paziente.
Poi il Presidente critica la mancanza di un piano di controlli con un impiego maggiore delle forze dell’ordine e definisce “il più grande disastro amministrativo d’Italia” l’esperienza di Luigi de Magistris, sindaco di Napoli. I due non si parlano praticamente da mesi. Neanche la pandemia li ha portati a mettere da parte i rancori personali. E ai danni di Napoli e della Campania, continua De Luca – si è scatenato uno sciacallaggio mediatico pretestuoso e mosso dai soliti cliché. “Come è possibile portare la Campania da zona gialla a rossa, dal martedì al venerdì? Cosa è cambiato in tre giorni? – chiede il governatore – O erano distratti prima o si sono distratti dopo. Oppure, non hanno avuto la forza di reggere l’ondata dell’aggressione mediatica. È sconcertante. Posso solo invitare il governo a parlare chiaro, se ci riesce. E a cancellare ogni zona d’ombra, se non altro a tutela della sua immagine”.
L’EMERGENZA – Da oggi la Campania entra in Zona Rossa. La decisione mette fine a polemiche durate dall’adozione del nuovo dpcm che prevede restrizioni e chiusure differenziate in base ad aree di rischio. La Campania ieri risultava quarta a livello nazionale per nuovi contagi. Il bollettino diffuso da Protezione Civile e Ministero della Salute riportava 3.351 nuovi positivi su 20.662 tamponi processati. Al momento i positivi sono 85.246, 2.080 i ricoverati con sintomi, 184 in terapia intensiva, 82.982 in isolamento domiciliare. I morti riportati nell’ultimo resoconto sono 26 per un totale di 994.
E di chi è la colpa di questa emergenza? Del governo, dice De Luca, dei cittadini irresponsabili, di chi doveva controllare il territorio. “Quanto alla Regione – continua – abbiano fatto un ennesimo miracolo nel raggiungere i risultati di oggi, sul piano sanitario e ospedaliero, avendo 20.000 dipendenti in meno. Dovrebbero ringraziarci con la faccia per terra”.
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