Osservatorio napoletano
“De Magistris un disastro, Napoli riparta da turismo e servizi”, intervista al professor Mauro Calise

«Napoli è ancora una volta tra le città meno vivibili d’Italia perchè negli ultimi anni è stata governata poco e male, poi la pandemia ha fatto il resto. Nel frattempo il sindaco Luigi de Magistris continua a scrivere libri dei sogni che descrivono scenari irrealizzabili per la città. Invece Napoli deve ripartire dalla riorganizzazione del turismo e dei servizi, lasciandosi alle spalle approssimazione e spontaneismo. Al prossimo sindaco spetterà l’impresa titanica di provare a risollevarci dal baratro finanziario in cui ci troviamo, sperando che il Governo gli tenda una mano». Mauro Calise, politologo di fama internazionale e tra i più autorevoli osservatori delle dinamiche politiche della città, tenta di delineare un futuro per Napoli alla luce degli ultimi eventi.
Pochi giorni fa, in piena notte, Dema ha ricevuto la “grazia” e il bilancio di previsione del Comune è stato approvato. A firmare il salvataggio di un ente che presenta conti in rosso, con un debito complessivo di quasi quattro miliardi di euro, è stata Forza Italia. In questi giorni si discute anche dei nomi che potrebbero presto accomodarsi sulla poltrona più importante di Palazzo San Giacomo per guidare la città verso una ripresa che si annuncia davvero difficile. Il magistrato Catello Maresca, Gianluigi Cimmino e Alessandra Clemente, oltre che Antonio Bassolino e Roberto Fico, sembrano pronti a contendersi la carica di sindaco della città. Nel frattempo, tra smentite e conferme mai arrivate, Napoli deve fare i conti con un primo cittadino in carica che ragiona come se avesse a disposizione milioni e milioni di euro, mentre l’intera area metropolitana è messa in ginocchio dalla crisi ed economica. Ma a chi interessano davvero le sorti di Napoli? A quanto pare a nessuno.
Professore, quella di Napoli è al 92esimo posto nella classifica sulla vivibilità delle province italiane stilata dal Sole 24 ore. Ancora una volta occupiamo il fondo della lista…
«La città è stata poco e male governata negli ultimi anni. La pandemia ha falcidiato la principale risorsa che ci era rimasta, una affluenza di micro turismo della quale beneficiavano le tante attività commerciali collegate. La crisi industriale, che ha colpito non solo Napoli ma tutto il Paese, ha fatto il resto».
Ora, però, Dema ha presentato dieci progetti, approvati con gli emendamenti al bilancio di previsione 2020-2022 del Comune di Napoli. Tra questi figurano la pista ciclabile su corso Umberto, il restauro del Castel dell’Ovo e la riqualificazione del rione Sanità: ecco alcune delle iniziative che il sindaco vuole avviare o portare al termine prima di cedere il posto al suo successore. Cosa ne pensa?
«Non commento i libri dei sogni. Ognuno ha diritto ai suoi».
Qual è il suo giudizio su de Magistris?
«L’ho espresso in varie sedi e occasioni: non amo sparare sulla croce rossa».
Parliamo di futuro. Adesso che il modello economico basato sul turismo e sull’accoglienza è stato messo in crisi dalla pandemia e dalle conseguenti misure anti-Covid, su cosa deve puntare Napoli per rilanciarsi?
«Turismo e accoglienza torneranno ad avere un ruolo chiave, ma vanno riorganizzati: meno spontaneismo e approssimazione, più sinergia tra i servizi che spetta al Comune organizzare».
Nel frattempo è partita la corsa per presentare i candidati a sindaco di Napoli. Forza Italia sembra intenzionata a puntare sul pm Catello Maresca, la Lega sull’imprenditore Gianluigi Cimmino, Fratelli d’Italia sull’avvocato Sergio Rastrelli. Ilcentrodestra non ha un nome condiviso: che cosa ne pensa?
«Il centrodestra è in crisi di identità, soprattutto al Sud, dove fino all’estate scorsa sembrava avesse il vento in poppa. Ma è presto per dichiararlo fuori gioco».
Nei giorni scorsi, il centrodestra ha contribuito a salvare il sindaco e a far approvare il bilancio di previsione. Sarebbe stato far commissariare il Comune, aprendo così la strada a una possibile dichiarazione di dissesto finanziario, o ritiene preferibile una soluzione alternativa?
«Rifare la storia con i se è un mero esercizio polemico. La situazione è comunque disastrosa. Spetterà al nuovo sindaco l’impresa titanica di provare a risollevarci dal baratro finanziario in cui siamo. Sperando che il Governo gli tenda una mano».
Quali caratteristiche dovrà avere il primo cittadino che sarà alla guida di Palazzo San Giacomo a partire dalla prossima primavera?
«Le caratteristiche le sceglieranno gli elettori. I quali, come si è visto, possono anche combinare disastri. Ma la democrazia resta senza alternative».
E i progetti strategici per Napoli, a cominciare dalla riqualificazione dell’ex Italsider di Bagnoli, dovranno essere ripresi?
«Bagnoli va senz’altro rilanciata. Abbiamo perso un treno strategico per il futuro della città. Ma resta un cantiere prezioso di opportunità e innovazione».
Professore, come immagina Napoli tra dieci anni?
«Molto migliore di come oggi la vediamo. Negli stessi anni in cui Napoli era teatro del rinascimento di Bassolino, Milano sembrava su un binario morto. Oggi, invece, è la locomotiva del Paese. I cicli urbani sono più rapidi e imprevedibili di quanto si possa sperare».
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