La città dopo le elezioni di cosa ha urgente bisogno? Veniamo da dieci anni di devastazione e di abbandono. Non so quanto riuscirà a fare Gaetano Manfredi, per ora mi sembra che stia armeggiando con la sua amplissima coalizione per trovare un equilibrio numerico per la composizione della giunta. Io sto con la città e quindi mi auguro che i nuovi inquilini di Palazzo San Giacomo facciano presto e bene, nell’ interesse collettivo. Ho sostenuto e votato Bassolino e mi convincono le sue prime dichiarazioni, in cui sottolinea che dall’opposizione guarderà l’attività della nuova amministrazione, giudicandola rispetto alle esigenze di Napoli. Un segnale politico chiaro che chiude l’epoca del trasversalismo e della consociazione.

Quando si candidò, Manfredi presentò il cosiddetto Patto per Napoli e in questi giorni ci è ritornato sopra, ma che vuol dire? Quel documento era il frutto di un accordo tra tre soggetti che lo sostenevano come candidato, ma non impegnava il governo nazionale, composto da altre formazioni politiche. La questione principale che Manfredi ha davanti è il debito di tre miliardi di euro, come si affronta questo dato? Per quanto possa dare sfogo alla mia fantasia non trovo altra strada oltre il dissesto e, poi, la contrattazione col governo nazionale per riportare il Comune ad una gestione ordinaria separata dal debito. È su questo terreno che si potranno poi definire le operazioni sui servizi, sulla manutenzione e sul personale. Non potrà il nostro ente locale affrontare la sfida del Pnrr con debiti e assenza di personale qualificato. Ad oggi vi sono circa cinquemila dipendenti, col 46% oltre i sessanta anni e con appena 35 dirigenti a tempo indeterminato. Bisogna immediatamente definire le procedure per la selezione di centinaia di giovani laureati e diplomati che operino immediatamente per la digitalizzazione dell’ ente e l’uso corretto e rapido delle risorse comunitarie.

Siamo già in grave ritardo per colpa di un ceto politico che ha mantenuto in vita artificiale la precedente amministrazione. Questa può essere la prima risposta concreta ed utile. Al governo nazionale bisogna rivolgersi con competenza e progetti fortemente innovativi. In queste ore emerge, inoltre, l’esigenza di un nuovo modello di governo della città metropolitana, poichè siamo di fronte al possibile fallimento della CTP e quindi a un ulteriore crollo del servizio di trasporto pubblico locale. Manfredi seguirà De Luca nella costruzione di un unico soggetto regionale o farà prevalere la necessità di avere una nuova azienda per tutti i comuni della area metropolitana? La differenza non è di poco conto, anzi ha un forte valore strategico, poichè si rivolge a un’utenza pari al 50% della popolazione regionale. Insomma ora bisogna far funzionare il Comune di Napoli con una forte impronta riformatrice. Manfredi come vuole comportarsi?