Il Sì&No del giorno
Decreto Caivano, giusto il pugno duro sui minori? Sì, le babygang sono un fenomeno in crescita che va arginato

Nel Sì&No del giorno, spazio al dibattito sul Decreto Caivano, recante misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile. Analizzando in rassegna le novità proposte, Luca Toccalini (deputato Lega) motiva la necessità dell’intervento. Di veduta opposta Massimiliano Marino (studente di Meritare l’Europa) che ricorda “La prevenzione non si ottiene innalzando la misura della pena”.
Di seguito il commento di Luca Toccalini
Ogni giorno ascoltiamo nei tg o leggiamo sui quotidiani nazionali e locali di attività criminali commesse da minori. Le babygang sono un fenomeno in crescita e va arginato con tutti i mezzi a disposizione dello Stato. È ciò che il Governo s’impegna a fare con il decreto approvato nel Consiglio dei Ministri e con la nomina di Fabio Ciciliano come commissario alla riqualificazione di Caivano, città del quartiere Parco Verde dove si è consumata una violenza inaudita.
Solo nello scorso mese abbiamo appreso nuovi atti criminali. Penso alla vicenda di Palermo, dove una giovane diciannovenne ha subìto uno stupro di gruppo premeditato. “Falla ubriacare che poi ci pensiamo noi”, questo uno dei messaggi scritti da uno degli aggressori. Le altre frasi, quelle scritte su una chat non riesco nemmeno a rileggerle, figuriamoci a scriverle. Sono frasi che certificano la colpevolezza e, soprattutto, consapevolezza dell’azione degli aggressori.
La violenza consumatasi a Palermo ha avuto anche un ulteriore ramificazione: i social. Internet è diventato uno spazio di mercificazione della violenza, con la condivisione in rete dei video registrati dai carnefici, un fenomeno che può spingere all’imitazione da parte di altri giovanissimi nel futuro. Non solo, ricordo che il minorenne coinvolto nello stupro si è anche vantato sulla piattaforma Tiktok. Poi c’è stato un altro stupro di gruppo, quello al Parco Verde di Caivano che coivolge sei adolescenti ai danni di due cuginette di undici e dodici anni, non condivideranno più la spensieratezza della giovinezza e dei primi amori. Purtroppo condivideranno un incubo. Questi mostri hanno strappato la giovinezza a due bambine, perché quello sono a undici e dodici anni.
Con queste testimonianze, come si fa a non ammettere che i giovani di oggi siano perfettamente consapevoli delle loro azioni? Riprendo le parole dell’ex procuratore generale di Napoli, il quale ricorda che il Consiglio Superiore della Magistratura, nel 2020, affermò che il perdonismo è criminogeno. Nel decreto approvato oggi, la Lega vuole far sì che i giovani comprendano che alle loro azioni criminali lo Stato risponde, ed anche severamente. Lo facciamo in chiave di prevenzione, non solo di coercizione.
Tra proposte approvate troviamo la possibilità per le forze dell’ordine di intervenire già sui ragazzi dai 12 ai 14 anni con ammonimento a sanzione ai genitori. Questa norma serve a responsabilizzare, non solo i ragazzi ma anche i genitori in quanto il nucleo familiare è il primo luogo in cui si educa il giovane.
Anche il Daspo urbano diventa applicabile anche dai quattordici anni in su, che scatta in caso di reati come spaccio di droga o detenzione. Aumentiamo le pene per il porto d’armi e le contravvenzioni per minori trovati con strumenti atti a offendere.
Ma partiamo soprattutto dalla seconda famiglia educativa: l’istituzione scolastica. Vengono, infatti, rafforzate le sanzioni nei confronti dei genitori che non mandano i figli a scuola. Fino ad oggi c’era solo una multa di 30€, vi par una cosa normale? Nei casi più estremi si può arrivare a 2 anni di reclusione, dopo un iniziale ammonimento. Un altro dramma in crescita è la dispersione scolastica: su questo il governo, soprattutto al Sud, investe ulteriori 6 milioni di euro, con l’obiettivo di dare continuità didattica ai docenti. Siamo davanti ad una piaga sociale davvero preoccupante. Con questo primo intervento, dopo anni di silenzio, finalmente si torna a parlare di educazione, regole e rispetto. Ma, soprattutto, a sognare un futuro diverso per queste generazioni.
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