"Rischio impennata contagi"
Decreto Natale, Conte: “Un minimo di socialità e ristori immediati per chi è chiuso”
Ristori immediati per le attività commerciali (bar e ristoranti) chiuse durante le festività natalizie, apertura a un minimo di socialità ma massimo rigore per evitare impennata contagi. E’ in sintesi il discorso del premier Giuseppe Conte alla nazione pochi minuti dopo la firma del decreto Natale che prevede 10 giorni di zona rossa e 4 di zona arancione a partire dal 24 dicembre e fino al prossimo 6 gennaio.
La possibilità di visita da parte di due persone non conviventi, eventualmente con figli minori di 14 anni, “l’abbiamo pensata per consentire un minimo di socialità in questo momento” ha spiegato Conte che poi ha subito parlato degli aiuti economici: “Siamo al fianco degli operatori che saranno coinvolti da queste misure. Abbiamo sospeso contributi e tributi per coloro che hanno perdite. Chi subisce dei danni economici deve essere subito ristorato. Questo decreto dispone subito un ristoro di 645 milioni per i ristoranti e bar”.
Il premier ha spiegato: “Dobbiamo intervenire e vi assicuro che non è una decisione facile, è sofferta, per affrontare un regime di misure più restrittive. Abbiamo da poco adottato un decreto legge e non un Dpcm che trova un punto di equilibrio tra la stretta necessaria e le deroghe necessarie in considerazione della valenza sociale e ideale delle festività”.
“Il Parlamento è stato chiaro, sono permessi gli spostamenti tra i Comuni con popolazione di meno di 5mila euro ma non verso i capoluoghi di provincia per evitare l’affollamento” ha aggiunto.
“I morti restano una ferita per tutta la comunità internazionale. Anche la Francia ha superato i 60mila morti, il Regno Unito anche, ma non si tratta di stabilire classifiche. I decessi dipendono da molti fattori, abbiamo una popolazione molto anziana, la seconda al mondo dopo il Giappone. Le statistiche dicono che la morte colpisce chi ha delle co-morbilità. E ancora dagli stili di vita”. Così il premier, Giuseppe Conte. “Con gli scienziati stiamo studiando le risposte, ma qui la politica si ferma e lascia spazio alla scienza”, aggiunge.
LE DATE – Non si potrà dunque fare nulla, o quasi, dal 24 al 27 dicembre e poi nuovamente dal 31 dicembre al 3 gennaio e dal 5 al 6 gennaio. Dieci giorni di zona rossa intervallati dal 28, 29 e 30 dicembre e dal 4 gennaio dove l’Italia passerà in zona arancione, ovvero ci si potrà spostare liberamente all’interno dei comuni e i negozi saranno aperti. Non ci si potrà spostare tra regioni e nemmeno per raggiungere seconde case.
Per i bar e ristoranti se ne riparla invece direttamente il 7 gennaio, con la sola possibilità dell’asporto fino alle 22 e della consegna a domicilio senza restrizioni. Confermato quindi anche il coprifuoco delle 22, dopo una lunga discussione sulla possibilità di anticipare il rientro nella propria abitazione alle 20.
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