L’emendamento esclude le manifestazioni
Decreto rave, modifiche farsa del Governo: restano pene e intercettazioni, cancellato il numero minimo di partecipanti
Inversione a ‘u’ del governo sul Decreto Rave. Carlo Nordio lo strappa dalle mani del prefetto Matteo Piantedosi e riscrive il testo con l’emendamento che cambia anche il numero dell’articolo, non più il 434 bis ma il 633 bis, e che limita il reato a “chiunque organizza e promuove l’invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici e privati, al fine di realizzare un raduno musicale o avente altro scopo di intrattenimento” quando “dall’invasione deriva un concreto pericolo” per la salute o l’incolumità pubblica a causa dell’inosservanza delle norme su droga, sicurezza e igiene. Si specifica così il tipo di occupazione, escludendo quelle degli studenti o le altre manifestazioni pubbliche. Una norma senza rischi di incostituzionalità. Una nuova e più articolata disciplina della fase transitoria della riforma Cartabia del processo penale.
La pena massima di 6 anni rimane per chi organizza o promuove l’occupazione di terreni o edifici per lo svolgimento dei rave. E resta possibile attivare le intercettazioni telefoniche nelle indagini sui presunti organizzatori e promotori dell’evento. Oltre alla reclusione da 3 a 6 anni, è prevista una multa da mille a 10mila euro ed è “sempre ordinata la confisca delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato, nonché delle cose che ne sono il prodotto o il profitto”.
In questo modo il nuovo reato 633 bis risulta riferito a situazioni precise, viene collegato alla violazione delle norme in materia di sicurezza e igiene negli eventi e a quelle sulle sostanze stupefacenti. L’ipotesi di maggiore rigore viene circoscritta agli organizzatori e promotori dei rave party; i partecipanti saranno, invece, sempre punibili ma solo in base all’articolo 633 del codice penale, che riguarda l’invasione di terreni o edifici. Il nuovo testo riformula anche la norma che già prevedeva la confisca obbligatoria, estendendo il provvedimento anche ai profitti dei rave party, per fungere da ulteriore deterrente.
Servirà il vaglio delle Camere. “Chiunque organizza o promuove l’invasione arbitraria di terreni o edifici altrui pubblici o privati al fine di realizzare un raduno musicale o avente scopo di intrattenimento è punito con la reclusione da tre a sei anni e la multa da mille a 10mila euro quando dall’invasione deriva un concreto pericolo per la salute pubblica o per l’incolumità pubblica a causa dell’inosservanza delle norme in materia di sostanze stupefacenti ovvero in materia di sicurezza o di igiene degli spettacoli e delle manifestazioni pubbliche di intrattenimento anche in ragione del numero dei partecipanti”, si legge nel testo secondo quanto riferito da fonti parlamentari.
“Con quest’emendamento al decreto-legge anti-rave, il Governo perfeziona la norma, rendendo più efficace il contrasto delle condotte illecite che si vuole perseguire” ha detto il ministro della Giustizia.
Cosa non va nel nuovo emendamento, Enrico Costa scrive: “Il Governo interviene sulla pessima norma sui rave. È un passo avanti perché si limita l’applicazione a promotori e organizzatori e la si riferisce agli eventi musicali. Cosa non va? Si mantiene il reato (solita prassi di risolvere i problemi con norme penali); si mantiene la pena fino a 6 anni, con custodia cautelare e intercettazioni; si cancella il numero minimo di 50 persone perché si abbia il reato; si mette nelle mani della valutazione del giudice il numero minimo di partecipanti e le situazioni in cui ricorre il pericolo concreto per la salute, per l’igiene o la sicurezza. Ovviamente presenteremo sub emendamenti”.
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