Verso l'approvazione del dl sicurezza
Decreto sicurezza impone stato di polizia, altro che riforma della giustizia…
Ci sono diversi modi all’interno del centro-destra di concepire lo Stato di Diritto, il garantismo, il rispetto dei diritti individuali. Da un lato abbiamo Silvio Berlusconi che da Repubblica con una intervista invoca una riforma liberale della giustizia, così come prospettata dal Ministro Carlo Nordio: separazione delle carriere, abolizione dell’obbligatorietà dell’azione penale, inappellabilità delle sentenze di assoluzione, carcere come extrema ratio.
Contemporaneamente ci avviamo all’approvazione del dl anti-rave ritenuto da molti accademici, magistrati e avvocati illiberale se non addirittura incostituzionale. Su questo provvedimento, inoltre, l’unico partito all’opposizione nella scorsa legislatura, ossia Fratelli d’Italia, aveva sempre contestato ai precedenti Governi di aver svilito la discussione parlamentare su molteplici argomenti. Eppure ieri, paradossalmente, è stata proprio FdI a chiedere di sospendere la discussione generale sul dl Rave-Covid. I voti favorevoli sono stati 169, 116 i contrari, 2 gli astenuti. E alla fine il Governo ha posto la fiducia sul testo che si voterà oggi nel pomeriggio. Negli stessi giorni il Governo decide di non prorogare i provvedimenti per i semiliberi assunti durante l’emergenza Covid.
Sempre in tema di carcere, denunciano il presidente del Gruppo Pd alla Camera, Debora Serracchiani, e il capogruppo dem in commissione Giustizia, Federico Gianassi, “dopo l’episodio avvenuto al Beccaria di Milano, tutti gli esponenti della maggioranza e del governo di destra si sono affannati nell’assicurare un cambio di passo per affrontare il tema dell’emergenza carcere e giustizia. Noi però stiamo ai fatti: con la Legge di bilancio sono state tagliate le risorse per questo fondamentale comparto”. Inoltre lo stesso esecutivo taglia i fondi per le intercettazioni investigative ma modifica la norma su quelle dell’intelligence “indebolendo controlli e garanzie dei cittadini”, come denunciato dalla senatrice dem Anna Rossomando, che si è chiesta “è questo il nuovo garantismo?”. Insomma risulta difficile dare una identità chiara a questo governo in tema di giustizia e diritti.
Adesso è in arrivo pure il decreto sicurezza e non promette bene: annunciato da settimane dal Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, è in fase di definizione e potrebbe essere approvato a brevissimo nel prossimo Consiglio dei Ministri. In vista dell’approdo, ieri pomeriggio c’è stato al Viminale un incontro tra i tecnici degli uffici legislativi di vari ministeri – Infrastrutture, Lavoro, Giustizia, Difesa, Esteri e Interno ovviamente – e di palazzo Chigi. Il contenuto della norma è stato anticipato dal Corriere. Si prevede l’utilizzo del taser in tutte le situazioni di rischio, anche nei Comuni più piccoli dove attualmente non era stato concepito come dotazione le forze dell’ordine. Per quanto riguarda le ong, le loro navi umanitarie che effettueranno soccorsi nel Mar Mediterraneo dovranno chiedere il porto sicuro, portare a terra le persone subito dopo ogni intervento e non rimanere in zona Sar, aspettando altre eventuali imbarcazioni di migranti.
Non saranno più permessi i trasbordi da una nave umanitaria all’altra. Le ong che non rispetteranno queste regole e chiederanno un porto sicuro dopo giorni non saranno accolte. Per chi non rispetterà le nuove regole si rischiano multe e addirittura sequestri o confische delle navi. Viene dunque eliminata la possibilità di agire in sede penale per traslare sul piano amministrativo. Per contrastare il fenomeno criminale delle baby gang è stato deciso di ampliare il daspo anche ai minori che hanno compiuto però 14 anni. Previsto anche il divieto di utilizzo del cellulare per i minorenni e adulti per contrastare il bullismo via web.
In tema di violenza contro le donne diverse le misure sul tavolo: inasprimento delle pene per chi è già stato ammonito e viola le disposizioni. Sarà portato in carcere chi tenta di manomettere il braccialetto elettronico. Inoltre si prevede l’ampliamento dei casi in cui il questore potrà emettere un provvedimento di ammonimento, in particolare per gli stalker. E ci sarà una norma che consentirà di imporre, nelle situazioni di pericolo, il divieto di soggiorno e di avvicinamento nei luoghi frequentati dalla vittima.
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