Il caso dell'assessore leghista
Delitto di Voghera, si accende il dibattito politico
Sull’assessore pistolero la Lega fa quadrato; un copione già visto. Matteo Salvini ricostruisce la dinamica: «Quello che sta emergendo in queste ore è che quello che purtroppo è morto aveva creato notevoli problemi di ordine pubblico per mesi in città. La vittima aveva aggredito colui che si è difeso, lascio che la giustizia faccia il suo corso». Enrico Letta, che quotidianamente “marca a uomo” Salvini, risponde subito: «Oggi a Voghera un uomo è morto, per colpa di una pistola. È un giorno triste. Saranno inquirenti e autorità giudiziarie a decidere. Nessuno si sostituisca a loro». E a ruota la vice segretaria del Pd, Irene Tenagli: «Sulle dinamiche dell’omicidio di Voghera faranno luce le indagini. Sul fatto che un assessore, un rappresentante delle Istituzioni, giri per la città con una pistola in tasca penso sia necessaria una riflessione politica seria».
E si apre così il tema vero: quali e quante armi girano in Italia? A chiederselo è ancora Letta. «In giro con le armi devono andare solo poliziotti e carabinieri». Dello stesso avviso Laura Boldrini, sotto le insegne del Pd: «Su Voghera bisogna attendere le indagini. Salvini invece ha già assolto Adriatici perché è del suo partito. Mi chiedo come mai un assessore giri armato. E soprattutto: sarebbe finita così se non avesse avuto una pistola? Questo accade quando circolano le armi», dichiara l’ex presidente della Camera. Il senatore di Leu, Francesco Laforgia, rincara: «Quanto accaduto a Voghera è agghiacciante. Al di là di tutte le indagini che si potranno e dovranno fare resta un fatto inquietante che un assessore, un rappresentante delle istituzioni, possa girare armato in una pubblica piazza. Solo per questo ne andrebbero pretese le dimissioni immediate. Invece Salvini dimostra una volta di più la propria indecenza giustificando quanto accaduto e derubricandolo a “legittima difesa”. Vergognoso che anche di fronte alla morte di una persona non si trovi la serietà per esprimere parole di condanna. La Lega non conosce dignità».
Il Movimento ci salta su. «Su Voghera sarà la magistratura, non la politica, a valutare se si tratta di legittima difesa o no. Ma è importante che non passi l’idea, neanche strisciante, che nel nostro Paese sia possibile farsi giustizia da soli con una pistola. Dell’ordine pubblico se ne occupano le forze dell’ordine». Lo dice il sottosegretario all’Interno Carlo Sibilia. Il deputato pentastellato Aldo Penna: «Se un uomo di origine marocchina avesse sparato in piazza ad un assessore leghista, oggi nessuno nel partito di Salvini starebbe parlando, a giusta ragione, di legittima difesa. Senza entrare nel merito di ciò che spetta agli inquirenti, trovo allarmante e pericoloso lo scudo politico che si è immediatamente creato attorno a Massimo Adriatici, l’assessore che inspiegabilmente si muoveva in città con una pistola in tasca, come se questo rientrasse nella normalità delle cose».
L’emittente americana Nbc News rilancia la notizia oltreoceano: «Polemiche aspre in seguito al gesto di un esponente dell’estrema destra in Italia». In tutta Europa risuona l’eco della notizia. Euronews telegrafa: «Un assessore della Lega spara e uccide un Marocchino». Anche il mondo arabo si interroga sulla dinamica dell’accaduto, con Arab News che riassume: «Politico di destra italiano uccide un arabo». Il potere della sintesi.
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