Le democrazie non vivono un momento brillantissimo, a partire da quella americana che si trova a scegliere, al momento, tra un demente e un delinquente, è questo non è una bella cosa. Preciso che non sono espressioni mie quest’ultime ma vengono usate comunemente negli Stati Uniti.

In Francia, domenica 30 giugno, è possibile che vinca le elezioni legislative una forza di estrema destra (Rassemblement National, il partito di Marine Le Pen) il cui carattere democratico è stato in discussione almeno fino a un po’ di tempo fa. In Europa ci sono, dopo le ultime elezioni di inizio giugno, movimenti che definire democratici è un azzardo: sono forze sovraniste, populiste. E ci sono, sempre in Europa, Paesi dove stanno crescendo quelle che vengono ormai definite democrazie illiberali.

La crisi delle leadership

Vi è dunque una crisi delle leadership di profilo alto, c’è una disaffezione elettorale crescente, c’è una crisi della politica, del rapporto tra élite e popolo. Possiamo parlare di democrazie in crisi ma dobbiamo anche non drammatizzare perché abbiamo già visto in altri momenti della storia che le riserve di energie delle democrazie sono grandi.

L’adagio di Churchill

Al momento continua a valere sempre quel vecchio adagio di Winston Churchill che diceva: “E’ stato detto che la democrazia è la peggior forma di governo, eccezion fatta per tutte quelle altre forme che si sono sperimentate finora”. Al momento è bene continuare a tenercele care queste democrazie malgrado tutti i limiti che hanno.