“Molti mi chiedono a che punto sono le indagini sul sequestro di Denise Pipitone. Temo ferme all’archiviazione disposta dal gip di Marsala su richiesta della Procura. Per contro invece posso dirvi che i giudici indagano chi Denise l’ha cercata con tutte le forze. Giornalisti, ex pm, e non solo… Se qualcuno pensa che sia sufficiente per fermarci sbaglia. Continueremo a cercare Denise. Denise va cercata, non archiviata”. È così che il 16 marzo il giornalista Rai Milo Infante annunciò di essere iscritto nel registro degli indagati per diffamazione.

Il giornalista ha sempre seguito la triste vicenda, da quando la bimba di 4 anni sparì nel nulla il 1 settembre 2004 da Mazara del Vallo. Il giornalista ne ha parlato anche durante il suo programma Ore 14. “I pm di Marsala hanno presentato una querela per diffamazione aggravata non solo nei miei confronti, ma anche nei confronti di altri colleghi. Penso che sia lecito domandarsi se non farebbero meglio a utilizzare il loro tempo diversamente”, ha detto Infante intervistato dal Corriere della Sera.

Il giornalista Rai ha sottolineato di non aver mai detto di essere stato indagato dalla Procura di Marsala ma di essere stato raggiunto da un avviso di garanzia dalla Procura di Caltanisetta, di competenza territoriale, con l’accusa di diffamazione aggravata. Il giornalista sta aspettando di poter leggere le carte per capire il motivo preciso della querela. “Se la diffamazione consiste nel criticare delle indagini aperte e chiuse a tempo di record, allora sono colpevole. Ma lo direi di nuovo”, ha detto il giornalista.

“Quando mi rinvieranno a giudizio, e con la querela di un magistrato il rinvio a giudizio è scontato – ha continuato Infante – quando leggerò le carte, scoprirò cosa ho detto di così diffamatorio nei confronti della procura di Marsala. I giornalisti sono i cani da guardia del potere e la magistratura rappresenta un potere dello Stato. Se volete i giornalisti adoranti e che battono le mani ogni volta che arrestate qualcuno fate pure… Io penso che quando lo Stato fallisce i magistrati non possano chiederci di dire che sono stati bravi lo stesso”.

Il giornalista punta il dito contro chi ha indagato sulla scomparsa di Denise Pipitone: “È un dato di fatto: le indagini sono state fatte male nel corso degli anni – ha detto al Corriere – Gli errori più gravi sono stati commessi nelle prime due settimane. Non tutti sanno che, appena scomparsa Denise, intorno a Mazzara non hanno fatto i posti di blocco per sei giorni: invece di chiudere il paese lo hanno lasciato aperto, poteva entrare e uscire chiunque”.

E commenta la recente archiviazione disposta dal gip su richiesta della Procura di Marsala: “Questa archiviazione significa che lo Stato si è fermato, che Denise è sparita e amen, dobbiamo farcene una ragione. Il caso di Denise Pipitone è uno dei piu grandi fallimenti della giustizia italiana, per 17 anni e mezzo hanno fatto finta o cercato male una bambina che è stata rapita. E ora la tua preoccupazione è querelare i giornalisti? Questa è la mia amarezza. Non è così che si cerca Denise”.

Il giornalista ha subito incassato al solidarietà di Piera Maggio, la mamma di Denise, che gli ha detto: “Coloro che cercano la verità su Denise pare che in qualche modo vengano ostacolati. Mi fanno terra bruciata intorno”. La mamma della bimba però continua a lottare affinchè continuino le ricerche e il giornalista resterà al suo fianco: “Io mi occuperò del caso di Denise più di prima. È adesso che si sono spenti i riflettori che Piera Maggio e Piero Pulizzi hanno ancora più bisogno che qualcuno se ne occupi. Perché oggi Denise non la cerca nessuno”.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.