L'intervento
Depenalizzare l’uso di droghe per eliminare il sovraffollamento delle carceri
Dal 1987 il 26 giugno si celebra la Giornata mondiale contro l’abuso e il traffico illecito di droga. Per combattere “meglio” questi fenomeni, nel 1988 fu adottata una terza Convenzione sugli stupefacenti e dieci anni più tardi si tenne la prima sessione speciale dell’Assemblea generale dell’Onu dedicata a questo tema. L’incontro fu convocato da Pino Arlacchi, allora direttore della competente agenzia Onu, con lo slogan “un mondo libero dalla droga, possiamo farcela!”. In onore al rapporto privilegiato tra Craxi e Reagan, nel ratificare la convenzione dell’88 l’Italia adottò la legge Jervolino-Vassalli che dal ‘90 definisce le misure contro produzione, consumo e commercio delle sostanze sotto il controllo internazionale delle Convenzioni. Malgrado un referendum che nel ‘93 depenalizzò l’uso personale, la legge Fini-Giovanardi che nel 2006 re-istituì sanzioni penali e amministrative senza differenziare tra sostanze, e una decisione della Consulta nel 2014 che cancellò buona parte della legge di otto anni prima siamo ancora al testo del 1990.
Da 11 anni tutti i 26 giugno viene pubblicato il Libro Bianco sulle Droghe che analizza l’impatto della legge e delle politiche conseguenti sulla base di dati ufficiali. L’XI volume è dedicato a “Droga e carcere ai tempi del Covid” e contiene i risultati di tre ricerche sui consumi illeciti durante il lockdown che segnalano una significativa capacità di “autocontrollo” dei consumatori, le loro strategie creative per fronteggiare l’emergenza e l’adeguamento alle mutate condizioni di vita e consumo nel tentativo di minimizzazione i rischi. Studi che dimostrano anche la flessibilità e la resilienza del mercato illegale rimasto vivace anche nei momenti di picco dell’infezione. Non dappertutto i servizi pubblici hanno funzionato dimostrando notevoli problemi nell’adeguarsi allo smart working per fornire terapie farmacologiche, strumenti di Riduzione del Danno, consulenze e informazioni online. Oltre l’attualità del Coronavirus, che ha colto tutti di sorpresa, il resto del Libro racconta una storia nota: nessun governo è riuscito a tener sotto controllo gli stupefacenti.
Aumenta il numero delle persone segnalate al prefetto per consumo di sostanze illecite: 41.744 nel 2019, un incremento del 6,67% rispetto al 2018, di cui oltre 4000 minorenni. Le sanzioni calano leggermente a 14.322 ma vengono comminate in un terzo dei casi; irrilevante la vocazione “terapeutica” della segnalazione al prefetto, solo 202 – nel 2007 erano 3.008… La repressione colpisce principalmente chi usa cannabis (77,95%), cocaina (15,63%) ed eroina (4,62%); pochissimi per le altre sostanze. Dal 1990 all’anno scorso, 1.312.180 persone sono state segnalate per possesso di sostanze stupefacenti ad uso personale; di queste quasi un milione per derivati della cannabis! Il proibizionismo resta anche la causa principale del sovraffollamento carcerario nel nostro paese. Degli oltre 60.000 detenuti presenti in carcere al 31 dicembre 2019, ben 14.475 lo erano a causa dell’articolo 73 della legge del ‘90 che penalizza duramente la detenzione a fini di spaccio, il 23,82% del totale.
Altri 5.709 sono detenuti in associazione con l’articolo 74, associazione per traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope. Oltre il 36% di chi entra in carcere è consumatore problematico, numeri che non si vedevano dai tempi della Fini-Giovanardi – 16.934 sono definiti “tossicodipendenti”: il 27,87% del totale. Tra gli allegati del Libro Bianco ci sono proposte di legge per una sostanziale depenalizzazione dell’uso personale di tutte le sostanze e quella, d’iniziativa popolare, per la legalizzazione della cannabis. Qualcuno leggerà questi numeri e queste proposte? Qualcuno pretenderà che il Dipartimento per le politiche antidroga presenti la sua relazione annuale al Parlamento, magari nei tempi previsti dalla legge, cioè entro giugno? Qualcuno inchioderà il governo alle sue responsabilità di convocare la Conferenza nazionale per rivedere quel che funziona (quasi niente) e cosa no (praticamente tutto) del Testo unico sulle droghe 309 del 1900? L’ultima è del 2009!
In attesa d’esser sorpresi positivamente dopo tutti questi anni La Società della Ragione insieme a Forum Droghe, Antigone, Cgil, Cnca, Associazione Luca Coscioni, Arci, Lila e Legacoopsociali, A Buon Diritto, Comunità di San Benedetto al Porto, Gruppo Abele, Itardd e Itanpud saranno in piazza Montecitorio con Radicali italiani e Meglio legale il 25 giugno per una manifestazione di piazza e il 26 pomeriggio online per pianificare il futuro.
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