Il derby tra Matteo Salvini e Antonio Tajani è sempre più esplicito e somiglia al gioco del rubabandiera. È un gioco di incastri in cui si rimescolano le carte e si cambiano le prospettive geografiche del consenso. Si ribaltano le priorità nella mappa della campagna elettorale. Lega e Forza Italia, vicinissime nei sondaggi, si giocano molto alle prossime elezioni europee. Gli azzurri vogliono il sorpasso ai danni del Carroccio. Mentre, per Salvini, forse l’unica opportunità per conservare intatta la propria leadership è confermarsi come secondo partito nella coalizione di destra-centro al governo. Da qui la competizione serrata. Con tanto di campagna acquisti e intrusioni in quello che è considerato il “territorio d’elezione” dell’avversario.

Tajani punta al Nord, Salvini recupera al Sud

Tajani punta al Nord, Salvini vuole fare la differenza al Sud e al Centro. Per capire le proporzioni del radicamento territoriale delle due forze politiche basta dare uno sguardo alla cartina dei presidenti di Regione. Forza Italia ha il suo feudo nel Mezzogiorno, con i governatori di Calabria, Basilicata e Sicilia, ovvero, rispettivamente Roberto Occhiuto, Vito Bardi, Renato Schifani. La Lega continua ad amministrare la maggioranza delle regioni settentrionali. C’è Luca Zaia in Veneto, quindi Massimiliano Fedriga in Friuli Venezia Giulia e Attilio Fontana in Lombardia. Ora la sfida, con il capovolgimento dei fronti. Tajani va a caccia di leghisti delusi al Nord. Salvini è convinto di poter ampliare il perimetro del consenso della Lega con Roberto Vannacci, schierato capolista al Centro e al Sud.
Per Forza Italia lo snodo decisivo della campagna anti-Salvini è il Veneto. Il granaio leghista è diventato il cuore della fronda contro il segretario. L’abbandono, da parte del leader, della battaglia del terzo mandato per Zaia non ha fatto altro che peggiorare la situazione.

Flavio Tosi, da Lega a Forza Italia

La punta di diamante della strategia forzista è l’ex sindaco di Verona Flavio Tosi, storico esponente della Lega passato a Forza Italia. Tosi è candidato in terza posizione nella circoscrizione del Nord Est e sta provando ad attrarre i “nordisti” scontenti a causa della linea nazionalista salviniana. L’ex sindaco ha lanciato il comitato Forza Nord. Con lui altri ex leghisti di peso. Dal lombardo Marco Reguzzoni al piemontese Roberto Cota, entrambi in corsa con gli azzurri al Nord Ovest. L’attenzione per le regioni settentrionali è dimostrata anche dalla candidatura di Letizia Moratti, seconda dopo Tajani nel collegio Nord-occidentale. Il ministro degli Esteri punta al dialogo con gli imprenditori e i professionisti che si sentono trascurati dal sovranismo di Salvini. Un parlamentare di Forza Italia la spara: “Soprattutto in Veneto molti elettori e anche alcuni dirigenti della Lega voteranno per noi, che siamo gli unici a difendere gli imprenditori e i ceti produttivi del Nord”. Al Nord Ovest con Forza Italia c’è anche Paolo Damilano, considerato vicino a Giancarlo Giorgetti, candidato sindaco a Torino per il centrodestra nel 2021. Nel frattempo Tajani litiga con il leghista anti-Euro Claudio Borghi sulla bandiera europea e coglie l’occasione per marcare le distanze da Vannacci. “Non ho mai citato Vannacci. Ho detto solo che se avessi condiviso le sue idee lo avrei candidato con noi. Ma non ho mai detto parole offensive nei suoi confronti”, spiega il leader di Forza Italia a Rai Radio1.

La scommessa su Vannacci

Dal canto suo Salvini continua a scommettere sul generale, autore del controverso Il Mondo al Contrario. “Vannacci prenderà più voti di Bonaccini”, dice il segretario federale a Bologna. Ma a fare la differenza dovrà essere il Sud. Non a caso Vannacci è candidato capolista soltanto nel Mezzogiorno e nell’Italia Centrale. Proprio lì dove la Lega salviniana sembra in via di estinzione. Proprio in quelle regioni dove Forza Italia ancora veleggia stabilmente in doppia cifra. Il militare, nuovo amuleto di Salvini, ha riempito la sua agenda di tappe elettorali nelle città del Sud. L’obiettivo è sì contenere la rimonta di Forza Italia, ma anche limitare lo strapotere di Fratelli d’Italia. Coagulare attorno a Vannacci ex elettori del Msi e di An. Ma anche cattolici tradizionalisti e associazioni pro-Vita, con sfumature più o meno vagamente No Vax. Nella circoscrizione dell’Italia Meridionale, tra le fila della Lega spicca il nome dell’eurodeputato uscente Aldo Patriciello, ex di lusso di Forza Italia, recordman di preferenze di pedigree democristiano. Al Centro c’è anche la deputata Giovanna Miele, che ha lasciato FI nel 2021. La competizione è aperta.