Il caso
Detenuto positivo riportato in cella: in ospedale non c’era posto
È vero che siamo in emergenza. È vero che negli ospedali si fanno i salti mortali per curare tutti e a volte la situazione è davvero avvilente e drammatica. È vero che si sentono appelli disperati provenire dalle corsie per la carenza di posti e di personale con l’incubo di dover arrivare a scegliere chi curare e chi no. Ma è pur vero che il diritto alla salute va garantito, a tutti. Anche a chi è detenuto. Non a caso in due grandi ospedali cittadini sono previsti da anni dei posti letto riservati ai detenuti da ricoverare e agli agenti che devono fare loro da scorta.
Uno di questi ospedali è il Cotugno, struttura specializzata in malattie infettive. È chiaro che in periodo di Covid è uno dei nosocomi maggiormente preso d’assalto. Solo pochi giorni fa l’immagine delle ambulanze in fila all’ingresso dell’ospedale dava la misura del livello di emergenza sanitaria che stiamo vivendo a causa della pandemia. Ciò nonostante è difficile pensare che un detenuto positivo al Covid, portato in ospedale dal carcere (quindi, viene da pensare, in condizioni tali da ritenere necessarie cure in un vero e proprio ospedale), venga rispedito indietro e riportato in cella perché in ospedale non c’è posto per lui. Eppure, al Cotugno sono previsti tre posti letto in una stanza con le sbarre alle finestre e la possibilità di ospitare gli agenti della penitenziaria che fanno da scorta, sono posti letto riservati ai detenuti di Poggioreale, Secondigliano e Nisida.
Calcolando che questi tre istituti, messi insieme, contano una popolazione detenuta di oltre tremila persone, tre posti letto sembrano pure una previsione ottimistica. Ma non è questo il punto in questo caso. Il punto è che questi tre posti riservati ai detenuti risulterebbero occupati da persone che detenute non sono, e per questo il detenuto di Secondigliano, che aveva bisogno del ricovero per via del Covid, risulta riportato in cella. Il garante regionale Samuele Ciambriello ha segnalato il caso chiedendo spiegazioni al direttore dell’Ospedale dei Colli Mauro Di Mauro e al direttore sanitario dell’ospedale Cotugno.
«L’ospedale Cotugno ha tre posti riservati, per ragioni sanitarie e di sicurezza, per i detenuti di Secondigliano, Poggioreale e Nisida. Ho avuto notizia – ha scritto il garante nella lettera inviata ai dirigenti sanitari – che questi posti sono stati già occupati da cittadini non detenuti e che un detenuto è rientrato nel carcere di Secondigliano per mancanza di posti all’ospedale Cotugno. Ad oggi tra Poggioreale e Secondigliano ci sono 246 detenuti contagiati. Prego quindi – ha concluso – di tenere presente il diritto alla salute dei detenuti, riservando a loro i tre posti al Cotugno».
Ricevuta la lettera del garante, la direzione del Cotugno si è subito attivata per risolvere la questione e già da questa mattina è disponibile un posto letto per il detenuto malato di Covid del carcere di Secondigliano. Intanto continua a crescere il numero dei positivi all’interno delle due grandi carceri cittadine: tra Poggioreale e Secondigliano, in queste ore, i contagiati sono più di 300.
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