Un detenuto di 50 anni, affetto da problemi psichiatrici, è morto stroncato da un infarto dopo aver aggredito due agenti penitenziari in carcere. E’ quanto accaduto nel carcere di Salerno e denunciato dall’Unione dei Sindacati di Polizia Penitenziaria (Uspp) che punta nuovamente il dito contro le troppe persone detenute in carcere nonostante siano affette da disturbi psichici. Secondo la ricostruzione degli agenti si è reso protagonista di un’aggressione con un coltello rudimentale ai danni dei due poliziotti che hanno provato a calmarlo. In seguito è stato colto da un malore e nonostante l’intervento dei sanitari è deceduto poco dopo l’arrivo all’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona.

Nello stesso ospedale sono finiti anche i due agenti: il primo è stato assistito al pronto soccorso con i medici che gli hanno diagnosticato un trauma cranico. Al momento si trova sotto osservazione. Il secondo ha riportato diverse ferite d’arma da taglio alla mano che si è procurato nel tentativo di disarmarlo. “Ci sono troppi detenuti psichiatrici all’interno delle carceri, – sostengono Giuseppe Del Sorbo e Giuseppe Moretti, rispettivamente segretario nazionale e presidente dell’Uspp – lo abbiamo già denunciato al ministro, nell’ultima manifestazione di protesta a Roma. Quest’ultimo episodio di Salerno dimostra – aggiungono i due sindacalisti – che la chiusura degli Opg ha destabilizzato il circuito penitenziario ordinario. Pochi sono gli strumenti di sostegno per questi soggetti che andrebbero presi in carico dalla sanità regionale. Invece – sottolineano – rimangono in carcere gravando sull’operato della polizia penitenziaria che a Salerno è mancante di 40 unità”.

Sulla vicenda la procura di Salerno ha aperto un fascicolo. A renderlo noto è il garante dei detenuti della Campania Samuele Ciambriello. “Sono grato alla magistratura, che subito ha inviato il pm per verificare come sono andate le cose”, dice all’Ansa Ciambriello che aggiunge: “sicuramente l’autopsia chiarirà le cause della morte del giovane. Sono grato anche alla direttrice del carcere per avere subito messo a disposizione del magistrato le immagini delle telecamere. Il riscontro delle dichiarazioni degli altri detenuti della stessa sezione, le immagini e l’autopsia sicuramente chiariranno come e perché è morto Vittorio”. La direzione dell’istituto penitenziario di Fuorni, fa ancora sapere il garante dei detenuti, “ha prontamente informato i familiari del detenuto e il suo avvocato”.

Sulla questione dei detenuti affetti da problemi di natura psichiatrica, la regione Campania e il garante dei detenuti regionale Samuele Ciambriello hanno avanzato la scorsa settimana l’ipotesi di aprire una nuova Rems (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza) per contrastare il problema del sovraffollamento di alcuni istituti penitenziari.

Proposta che non ha trova d’accordo lo psichiatra Giuseppe Nese, coordinatore Rems e salute mentale in carcere della Campania. In una intervista al Riformista, il professionista ha spiegato che “non servono nuove strutture sanitarie di accoglienza per gli autori di reato affetti da disturbi mentali e socialmente pericolosi (le Rems), ma misure davvero alternative. Non c’è tanto interesse per questo argomento perché riguarda una piccola fetta della nostra popolazione ma è quella più a rischio: occuparsene è un fatto di civiltà”.

 

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