Il flop
Di Maio fuori dal Parlamento, la triste parabola dell’ex leader grillino: sconfitto all’uninominale nella ‘sua’ Napoli
Per Luigi Di Maio è stata la giornata del ‘Disimpegno Civico’. Il movimento politico nato dalla scissione del ministro degli Esteri e dei suoi sodali dai 5 Stelle, ‘Impegno Civico’, si è rivelato un flop elettorale: i numeri parlano di un partito che non è riuscito a superare l’uno per cento, non contribuendo quindi al risultato complessivo della coalizione di centrosinistra, già deficitaria di per sé.
Dopo 10 anni in Parlamento, come vicepresidente della Camera prima e come ministro del Lavoro, dello Sviluppo Economico e degli Esteri poi, Di Maio infatti dovrà infatti continuare il suo impegno in politica fuori dai palazzi romani.
Secondo i dati YouTrend, il collegio uninominale Napoli Fuorigrotta della Camera dove era stato candidato col centrosinistra è andato all’ex ministro dell’Ambiente Sergio Costa (Movimento 5 Stelle), eletto deputato con il 41%. Sconfitti proprio Di Maio con il 23 per cento, Mara Carfagna (6% con Azione/Italia Viva) e Mariarosaria Rossi (22% col centrodestra).
🔴 DECISION DESK Quorum/YouTrend per @SkyTG24: Sergio Costa (M5S) è eletto deputato nel collegio uninominale di Napoli – Fuorigrotta. Sconfitti Luigi Di Maio (CSX), Mara Carfagna (Az/IV) e Mariarosaria Rossi (CDX).#MaratonaYouTrend#ElezioniPolitiche2022 pic.twitter.com/613y4PqVce
— YouTrend (@you_trend) September 25, 2022
Impossibile anche qualsiasi ipotesi di elezione per Di Maio nei collegi plurinominali, proprio perché Impegno Civico è sotto la soglia dell’1% dei voti.
Una sconfitta clamorosa quella di Di Maio e del centrosinistra, che arriva in un collegio considerato ‘blindato’ dal Nazareno nella ‘rossa’ Fuorigrotta, storicamente feudo della sinistra. Inutile il tour de force arrivato negli ultimi giorni di campagna elettorale dello stesso ministro degli Esteri, volato a Napoli promettendo in particolare la difesa del reddito di cittadinanza.
Una parabola impressionante quella di ‘Giggino’, passato in quattro anni da leader politico di un Movimento 5 Stelle arrivato al 33% nel 2018 alla scissione, la creazione di un suo movimento politico e il ‘suicidio elettorale’ di questa notte in compagnia di un Partito Democratico miope nella folle scelta di candidare un corpo estraneo alla sua storia in un collegio che ha deciso infine di ‘rigettarlo’.
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