Non si placa la polemica attorno al caso di Pasquale Tridico. In un articolo di Repubblica di ieri si leggeva come il presidente dell’INPS avrebbe ottenuto un aumento di stipendio – dagli attuali 62mila a 150mila annui – anche con effettivo retroattivo grazie a un decreto interministeriale, firmato lo scorso 7 agosto dalla ministra del Lavoro Nunzia Catalfo e dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. Una tegola sul numero 1 dell’Istituto già pesantemente criticato per i pagamenti della cassa integrazione, per il caos sulle Partite Iva e per la gestione dei cosiddetti “furbetti del bonus”. E una tegola anche per l’esecutivo.

Tridico stesso oggi ha risposto alle accuse scrivendo una lettera a Repubblica che lo stesso quotidiano a pubblicato. “Mi ha sorpreso il modo in cui è stata trattata la vicenda che, soprattutto in Rete, ha scatenato centinaia di commenti sfociati anche in minacce e insulti alla mia persona. Ribadisco che non mi è stato riconosciuto un arretrato di 100mila euro e che l’aumento non l’ho deciso io”.

Tutto l’articolo ruota intorno a due falsi, dice il presidente. Quali? “Per effetto del decreto interministeriale che stabilisce i compensi del Cda di Inps (e Inail), al sottoscritto sarebbe riconosciuto un arretrato di 100mila euro. Questo il primo falso – scrive il presidente – La realtà invece è che la nuova misura del compenso previsto per il presidente dell’Istituto decorrerà non da maggio 2019, bensì dal 15 aprile 2020, vale a dire da quando si è insediato il Cda e ne ho assunto la carica di presidente”. Il secondo? “Non è nei poteri del presidente o di qualsiasi altro organo dell’istituto determinarsi i compensi”. Tutta una manovra per colpire il governo insomma. E il quotidiano si difende: l’articolo riporta fedelmente atti ufficiali.

Grande imbarazzo nella maggioranza, nella quale, di tutto ciò, nessuno ne sapeva niente. Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, per esempio: “Non ero informato di questa vicenda”. Stessa antifona da parte del ministro degli Esteri Luigi Di Maio: “Su questo chiederò chiarimenti nelle prossime ore”. Partito Democratico e Italia Viva chiedono chiarimenti. Anna Maria Bernini di Forza Italia parla di “reddito di arroganza”. Fratelli d’Italia chiede le dimissioni come la Lega.

CONTE 1 – Il leader leghista Matteo Salvini chiede le dimissioni senza se e senza ma. L’aumento, anche se non specificato nell’importo, era però previsto dalla legge che nel marzo 2019 ha riformato le governance di INPS e INAIL. Allora il governo era quello giallo-verde, M5s-Lega, e il ministro del Lavoro, oltre che vice-primo ministro, Luigi Di Maio, principale sponsor di Tridico e lo stesso che oggi chiede chiarimenti. L’altro vice-primo ministro, titolare al Viminale, era proprio il leader del Carroccio.

LA NOTA – L’Inps ieri aveva diffuso una nota smentendo lo scoop di Repubblica. “La Direzione Risorse Umane dell’Inps comunica – si leggeva – che non ha corrisposto al Presidente Tridico compensi arretrati in seguito all’emanazione del Decreto del 7 agosto 2020 e, in ogni caso, gli Uffici dell’Istituto non hanno mai previsto l’erogazione di un compenso arretrato al Presidente per il periodo che va da maggio 2019 al 15 aprile 2020” e “pertanto la notizia apparsa sul quotidiano La Repubblica su un compenso arretrato al presidente pari a 100mila euro è priva di ogni fondamento”.

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