La proposta di legge di Daniela Sbrollini
Diabete in età evolutiva, serve la prevenzione: presentato un disegno di legge per un riorientamento del modello assistenziale esistente

Prevenzione, assistenza e tutela sono le parole chiave per chi ha il diabete in età evolutiva, una delle malattie croniche più frequenti nell’infanzia e nell’adolescenza e anche una delle più complesse. Dare una risposta adeguata vuol dire migliorare la strategia di prevenzione e ottimizzare l’assistenza e la tutela delle persone, attraverso la promozione dell’attività fisica, le campagne di sensibilizzazione, l’implementazione di reti assistenziali sociosanitarie, l’accesso appropriato alle tecnologie diagnostiche e terapeutiche, oltre che il supporto su un piano sociale e psicologico a pazienti e famiglie.
È questo l’obiettivo del disegno di legge della senatrice di Italia Viva Daniela Sbrollini, Vicepresidente della Commissione Affari sociali, sanità, lavoro e previdenza sociale e Presidente dell’Intergruppo parlamentare Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili. In Italia la forma più diffusa nell’infanzia è il diabete di tipo 1 (93%), seguito dal diabete monogenico (6%), mentre il diabete di tipo 2 rappresenta meno dell’1% dei casi, ma i dati dimostrano il progressivo aumento della malattia.
Secondo Angelo Avogaro, Presidente della Federazione delle società di diabetologia e della Sid, questo disegno di legge “vuole rimarcare non solo l’importanza per il SSN della gestione del diabete di tipo 1, di origine autoimmune, ma anche sottolineare un dato estremamente preoccupante: oggi il diabete di tipo 2, legato a stili di vita sbagliati, sta diventando significativamente prevalente anche tra bambini e adolescenti”. Sulla stessa linea di preoccupazione per l’aumento di incidenza legata anche alla diffusione dell’obesità infantile è Graziano Di Cianni, Presidente dell’Associazione medici diabetologi, che definisce il testo “molto importante” e sottolinea la necessità “di adottare, fin dall’infanzia, corretti stili di vita sia per prevenire il diabete ma anche per imparare a gestirlo al meglio una volta ricevuta la diagnosi”.
Proprio sulla gestione il testo di Sbrollini interviene anche con l’istituzione del Registro nazionale sul diabete in età evolutiva presso l’Istituto superiore di sanità e dell’Osservatorio nazionale presso il Ministero della Salute, per garantire la migliore presa in carico a livello nazionale, eliminando le disparità in atto tra le regioni e dando piena attuazione a tre strumenti già esistenti che fanno dell’Italia un Paese all’avanguardia nella cura del diabete.
L’auspicio di Stefano Nervo, Presidente Diabete Italia, è “che con questo ddl si possa dare finalmente una risposta adeguata alle specifiche criticità del diabete in età evolutiva, garantendo l’equità di accesso alle cure su tutto il territorio nazionale”. Cure che richiedono “una gestione multidisciplinare” da parte di un team di specialisti che si faccia carico di tutti gli aspetti, da quelli tecnici a quelli medici, ma anche nutrizionali e psicologici.
Perché è una malattia che “oltre al minore coinvolge tutto il nucleo familiare, la scuola, i gruppi sportivi, la comunità”, spiega Mariacarolina Salerno, Presidente della Società italiana di endocrinologia e diabetologia pediatrica. Per questo nel ddl risultano centrali anche l’inserimento scolastico e in percorsi ludico-sportivi, oltre al coinvolgimento delle associazioni. Un approccio apprezzato dal presidente Fand Emilio Augusto Benini secondo cui il testo “rappresenta un passo importante e il nostro auspicio è che grazie a questa iniziativa il tema diventi priorità nell’agenda politica”.
L’obiettivo ambizioso di Daniela Sbrollini “è aumentare l’attenzione al diabete in età evolutiva ponendo le basi per un riorientamento del modello assistenziale esistente, dando risposta alle esigenze emergenti e alla organizzazione delle strutture, nell’ambito di percorsi diagnostici terapeutici assistenziali. Oltre che indirizzare le Istituzioni incaricate di regolamentare, organizzare ed erogare l’assistenza, verso una omogeneizzazione nella gestione della tutela del giovane con diabete o solo a rischio”.
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