La base delle istituzioni
Il dialogo diplomatico della cultura e le idee da cui ripartire
Dobbiamo imparare ad apprezzare ciò che abbiamo nel mondo che è la nostra casa, il nostro nido e la nostra fonte di vita. La casa, il posto più sicuro, oggi sta diventando fango, fragilità e paura difronte alla vita.
Mentre in alcuni Paesi vengono distrutte dalla forza della natura e l’incapacità umana di prendersi cura del bene comune, in altri vengono distrutte dalla crudeltà dell’uomo spinti dal desiderio del vedere annientato il vicino.
Ma cosa è che ci spinge a così tanto odio?: l’odio del diverso, l’odio verso il povero. Stiamo perdendo ogni senso di umanità.
Quale allora la soluzione? Secondo il modesto parere di chi scrive, appassionato di politica e di geopolitica, la Cultura è la forma di diplomazia e di rappresentanza estera più umile, pura e pacifista che ci sia. Se i centri storici muoiono essendo i veri musei all’aperto delle nostre città, cosa rimanere per le prossime generazioni. Non ci saranno più i colori della vita che siamo abituati a vedere.
I Ministri della Cultura dei Paesi dovrebbero partire per primi e concepire un documento che si basi su:
-Esercito della cultura Unesco: promuovere la pace e la sicurezza nel mondo attraverso la cooperazione internazionale nel campo dell’istruzione, delle arti, delle scienze e della cultura;
-Lavorare per colmare il divario educativo attraverso la costruzione di scuole e la protezione delle opere d’arte;
-Lavorare per la ricostruzione del Paesaggio e delle Periferie con attenzione alla nascita di quartieri ed evitare che siano ghetti come già successo in Francia;
-Diffondere la cultura dell’Amministrazione di dipartimenti orientati allo sviluppo culturale urbano come biblioteche dei diversi volumi di diverse religioni che si intersecano e favorire il dialogo e non l’odio. Il mondo è in declino. Il mondo rischia di perdere la base educativa e culturale su cui le nostre istituzioni sono nate.
I nostri musei accolgano e puntino al dialogo tra diverse culture attraverso opere d’arte.
Solo con la diplomazia pura (hard/interventi specifici/puntuali) non si va nessuna parte. Il coraggio è guardare dove gli altri non guardano. Il coraggio è sapere andare oltre il problema. Il Premier Inglese lo ha fatto con l’Intelligenza Artificiale. Noi lo dobbiamo fare alimentando le città e la cultura. Soft power legato alla cultura che include e non divide
Alla fine, come diceva Giorgio la Pira Per gli uomini non vale che una sola legge ed un solo fine: la legge dell’amore ed il premio dell’amore. Tutto il resto è menzogna e vanità. Il modo migliore per farlo è la bellezza e la manifestazione di ciò che è stato: l’arte.
Uniamo i popoli dove sono divisi. Non importa se abbiamo “solo” pochi amici. Importante è non sentirci soli tra gli amici.
Uniamo le città per unire e cambiare le Nazioni.
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