L’obiettivo di Joe Biden a 81 anni era dimostrare di essere ancora forte e ‘sveglio’ per poter sfidare Donald Trump. E il presidente degli Stati Uniti non è riuscito a farlo. Nel dibattito presidenziale in tv sulla Cnn tra i due candidati alla Casa Bianca, il democratico ha inanellato una figuraccia dietro l’altra: frasi sconclusionate, silenzi, voce roca. A tal punto da lasciare nel panico la base elettorale dem, così come finanziatori e strateghi. Biden non sembra essere in condizione per poter correre veramente per un secondo mandato e la pessima performance nel duello contro Trump lo ha mostrato al mondo.

Dibattito Usa, dopo la figuraccia di Biden contro Trump è panico tra i democratici

Novanta minuti di duello tv hanno confermato il timore della vigilia: negli Stati Uniti ci sono due candidati impresentabili. Da una parte Biden non è in grado di reggere per via delle condizioni fisiche, dall’altra Trump si è dimostrato il solito mentitore, pur avendo una prestanza fisica ben diversa rispetto al suo competitor. Il fatto che Biden abbia collezionato diversi inciampi nel dibattito è stato sottolineato da diversi personaggi influenti nel mondo democratico. “Non sono l’unica a cui si sta spezzando il cuore in questo momento. Ci sono molte persone che hanno guardato stasera e si sono sentite terribilmente per Joe Biden”, ha ammesso l’ex senatrice dem Claire McCaskill su Msnbc. “Non so se è possibile fare qualcosa per risolvere il problema”. Anche David Axelrod, uno dei massimi funzionari della Casa Bianca e della campagna elettorale dell’ex presidente Barack Obama è della stessa posizione: “C’è un senso di shock per come è uscito all’inizio di questo dibattito. Su come suonava la sua voce. Sembrava un po’ disorientato”. “Ci saranno discussioni sull’opportunità o meno di continuare”, ha aggiunto. La sua vice presidente Kamala Harris è stata cauta e diplomatica: “È stato un inizio lento, questo è ovvio per tutti, non lo metto in dubbio”, ha riconosciuto Harris, “ma ha finito forte”.

Chi può prendere il posto di Biden contro Trump: i possibili candidati dem

In queste ore, e si può scommettere anche nelle prossime, si parla di possibili alternative in casa democratica e di possibili passi indietro di Biden. Sì, perché se i democratici vogliono far emergere qualcun altro come candidato alla Casa Bianca devono passare per il via libera di Biden che dovrebbe farsi da parte. Almeno è questo quello che prevede lo statuto del partito. Le primarie, infatti, sono state vinte dall’attuale presidente che ha conquistato praticamente il 99% di tutti i delegati. Ma ora la sua performance televisiva deludente potrebbe cambiare le cose.

Nessuno si è fatto avanti pubblicamente per scalzare Biden, ma i lavori sono iniziati. Uno dei candidati possibili è il governatore della California Gavin Newsom, 56 anni. Si parlava di lui già da tempo. Dopo il dibattito Newsom ha comunque appoggiato Biden dicendo che non dovrebbe farsi da parte. Un altro nome di cui si parla è Gretchen Whitmer, la 52enne governatrice del Michigan, accusata già negli scorsi mesi di fare una campagna elettorale parallela alle spalle di Biden. E poi ci sono le tentazioni pregiate: da una parte Antony Blinken, attuale segretario di Stato, 62 anni, e apprezzato in tutto il mondo per il suo lavoro diplomatico, dall’altra Michelle Obama. La moglie dell’ex presidente ha 60 anni, da sempre è apprezzata in casa dem per il suo attivismo sociale. La candidatura dell’ex first lady potrebbe cambiare tutto alle elezioni, tanto che è un’ipotesi pubblicamente temuta tra i repubblicani. Fino ad adesso Michelle Obama ha sempre negato una sua possibile discesa in campo diretta in politica, ma nelle prossime settimane il quadro potrebbe mutare.

L’appello del New York Times, Biden si faccia da parte

Dalle pagine del New York Times si è alzato forte un appello: Biden faccia un passo indietro. L’editorialista del Nyt Thomas Friedman ha chiesto infatti al presidente degli Stati Uniti di abbandonare la corsa presidenziale “per dare all’America la massima possibilità di scoraggiare la minaccia di Trump a novembre”. “Donald Trump rappresenta una minaccia troppo grave per l’America. I democratici hanno bisogno di un candidato che possa unire il Paese e articolare una visione convincente per esso”, ha scritto Friedman, definendo il dibattito un “momento straziante nella politica della campagna presidenziale americana”. Per l’editorialista il Partito Democratico dovrebbe “mettere gli interessi del Paese al primo posto e annunciare” la sostituzione di Biden inizierebbe “un processo pubblico affinché diversi candidati democratici competano per la nomina”.

Redazione

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