C’è una sinistra che sa stare dalla parte giusta della Storia, e questa sinistra non sta per esempio a Parigi ma a Berlino, dove è suonata molto forte la voce del Cancelliere Olaf Scholz che in una “dichiarazione di governo” al Bundestag, il parlamento, ha detto con grande chiarezza che “la nostra storia, la nostra responsabilità derivante dall’Olocausto ci impone il dovere perenne di difendere l’esistenza e la sicurezza dello Stato di Israele”.

Il capo del governo tedesco non ha dubbi sul ruolo attivo dell’Iran nell’organizzazione dell’atto barbarico di Hamas. Ma nella sua dichiarazione è importante il nesso tra l’orrendo passato della Germania e la solidarietà con lo Stato ebraico, un collegamento già esaltato decenni fa da Willy Brandt – memorabile il suo viaggio del 1973 a Gerusalemme, primo capo del governo tedesco dopo la Seconda guerra mondiale a visitare quella terra -, che è stato riproposto da Scholz che ha affermato che la sicurezza di Israele è “la ragion di Stato della Germania”, sottolineando che le sofferenze della popolazione di Gaza “è colpa di Hamas e del suo attacco contro Israele”.

Ecco dunque una posizione forte e cristallina che viene non solo da un Paese di assoluta importanza ma proprio dal luogo che simboleggiò, e con quale tragicità, l’antisemitismo. Quell’antisemitismo, o anche solo quell’odio per lo Stato ebraico, che invece continua a permeare settori della sinistra europea più estrema tuttora legati all’idea dell’”usurpazione” della Palestina da parte degli ebrei: lo si vede nella sinistra francese o in settori di altri partiti socialisti o in personalità come Jeremy Corbyn. Soprattutto per questo, da Olaf Scholz è venuta una grande lezione.