Ha spiegato di aver lanciato la figlioletta di due anni nel vuoto perché ha “ricevuto un ordine da Dio” ma era certo che si sarebbe salvata “perché così ha voluto Dio”. Sono le parole del papà 40enne che, nel corso dell’interrogatorio davanti al Gip del tribunale di Nocera Inferiore (Salerno), Daniela De Nicola, ha ammesso le proprie responsabilità. A renderle note sono i legali dell’uomo che nella mattinata di domenica 30 ottobre ha lanciato nel vuoto la figlia a Fisciano.

I penalisti Silverio Sica e Tommaso Amabile hanno chiesto infatti l’attenuazione della misura cautelare (l’uomo è attualmente detenuto nel carcere di Bellizzi Irpino) e il ricovero in una struttura psichiatrica. “A nostro giudizio è  una vicenda di natura psichiatrica. Il nostro assistito, dopo aver sostenuto che la bambina era caduta in maniera accidentale, come un fiume in piena, ha ammesso di averla buttata lui e ha raccontato di un ordine ricevuto Dio e della sua certezza che si sarebbe salvata perché così ha voluto Dio”, dice all’agenzia Agi l’avvocato Sica.

La piccola di due anni è ricoverata nel reparto di Ortopedia al Santobono di Napoli, dove nei giorni scorsi ha subito un intervento per la frattura dell’omero destro. Le sue condizioni sono in miglioramento. Per fortuna la caduta dal terzo piano è stata attutita da una rete in ferro che si trovava lungo la traiettoria.

“E’ un fatto doloso e non accidentale” aveva anticipato nei giorni scorsi il luogotenente Bruno Sacchinelli, comandante della stazione dei carabinieri di Fisciano. Quando i militari dell’Arma, domenica mattina, hanno raggiunto il palazzo di corso San Vincenzo Ferreri, a due passi dal Comune, hanno trovato la mamma con in braccio la figlioletta lì dove la piccola era precipitata e il padre, in stato di shock, disteso sul letto.

Redazione

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