Più che un’agenda è una serie di date e di appuntamenti da cui, forse, uscirà una proposta. Più che una relazione programmatica, è una dichiarazione di intenti ancora assai nebulosa e simile ad un comizio. La relazione di Elly Schlein? Una parola può aiutare a definire dopo i 103 minuti dell’intervento scritto: “Mobilitante”. Cioè? “Ha chiesto un’estate militante per mobilitare il partito e i suoi elettori su otto pilastri, dalla sanità al lavoro al modello di sviluppo, emergenza climatica ed abitativa che saranno l’agenda politica del Pd per l’Italia”.

Per Lorenzo Guerini, leader di Base riformista, sono “interessanti indicazioni sull’universo che necessitano di essere affrontate nei nodi che contengono”, Ecco, significa che quattro mesi dopo la sua elezione l’agenda politica ancora non c’è. Va scritta, insieme alle altre opposizioni – tutte tranne Italia viva e su questo Elly Schlein è sembrata molto chiara – perchè “il Pd è il principale partito di opposizione, è un partito di governo ma da solo non ce la può fare”. L’estate militante ha già alcune date fissate e prevede una lista di sabati di mobilitazione.

“Sabato prossimo – scandisce la segretaria – saremo in piazza con la Cgil per la sanità pubblica e la sicurezza sui luoghi di lavoro”. Il 30 giugno, cioè la settimana dopo, “faremo una grande iniziativa sulla casa con i nostri sindaci invitando proprietari, inquilini, società che gestiscono case popolari e studenti per presentare le nostre idee. Poi a settembre presenteremo il nostro piano per la casa che anca da decenni”. Il sabato ancora dopo, il 6 luglio, sarà la volta delle “nostre proposte per le politiche industriali”, una discussione ancora una volta “aperta, in cui saranno coinvolti parti sociali, economisti, università”. E così via. Agosto non è contemplato. Sarà la fase di sintesi?

Quattro mesi dopo l’investitura, dopo una sconfitta pesante e allarmante alle amministrative, richiesta di dare finalmente un programma che dia identità politica al Pd, dopo aver rinviato per mesi la discussione e la Direzione (il luogo deputato del confronto) ed essere tra i più assenti tra i banchi della Camera, Elly Schlein ha finalmente presentato il suo “vasto programma”. Di cui è ancora difficile cogliere il senso ed il contenuto, ma che promette sicuramente bene.

“Va nella direzione giusta – commenta la maggioranza-. Lo fa a modo suo con banchetti, appuntamenti, piazze eccetera però stavolta qualcosa sul tavolo l’ha messa”. Almeno ha chiarito la posizione del Pd rispetto al dossier Ucraina: “Noi siamo dalla parte dell’Ucraina e diciamo ok alle armi per sostenere la resistenza di quel paese rispetto all’invasione dio Mosca. Ma questo non significa che dismettiamo la prospettiva di costruire la pace”.

Salva anche la Nato: “Non lasciamo l’internazionalismo ai nazionalisti”. Parole che non sono bastate a Guerini che ha voluto ribadire: “Le parole sull’Ucraina che ho sentito in quella piazza sono indecenti e non possono essere le parole del Pd”.

Schlein infatti non ha spiegato la sua presenza in quella piazza sabato scorso. Meno che mai le foto di Jasmine Cristallo, membro della sua segreteria, che bacia le mani a Conte. Come di altri della sinistra tornata nel Pd e presenti in delegazione alla manifestazione. Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento Ue, l’ha messa giù così: “Sostenerti, cara Elly e dunque aiutarti, non significa non proferire parola per evitare l’accusa di lesa maestà. Significa dire che la tua partecipazione a quella manifestazione è stato un errore. Il punto, ancora una volta, è cosa stiamo facendo, qual è la strategia. Siamo sicuri che dire che saremo in tutte le piazze, senza prima aver fatto la fatica di una proposta politica condivisa, sia giusto?”.

La replica della segretaria arriverà a sera tardi. Il dibattito non è il regolamento di conti che qualcuno poteva auspicare. Ma non risolve. La segretaria tiene il punto tra mezzi sorrisi e qualche citazione – da De Gasperi a Gramsci con un po’ di cantautori pop, Silvestri e Deodato – sul ruolo suo e del Pd: “Chi cerca l’incidente ogni giorno mi troverà dall’altra parte. Se a qualcuno non piace questa linea lo dica e non trovi altre scuse. E a chi fa il giochino del logoramento del segretario, dico chiaramente di mettersi comodo perché siamo qui per restare e per restare insieme”. Precisazioni a cui ha replicato con ancora più chiarezza il presidente del partito Stefano Bonaccini. “Cara Elly, devi discutere più e meglio ricordando che un grande partito è altra cosa da un movimento”.

Chiarito che “la vocazione maggioritaria è il contrario dell’autosufficienza” (Bonaccini), la prospettiva diverge sui compagni di strada: bene tutti – ha detto Schlein – anche Calenda “con cui ci sono punti in comune” ma non Renzi che “non può dare lezioni di subalternità visto che appena arrivato al Nazareno ha invitato Berlusconi per farci un patto”. Renzi che “in Molise è alleato col centrodestra” (il candidato è di Forza Italia. ndr) senza dire però che il Pd è alleato con i 5 Stelle. Chi lo ha deciso? Quando e perché? Lo chiarisce Renzi stesso: “Berlusconi venne al Nazareno per discutere tra avversari come si fa nei paesi civili. Non si mise il passamontagna, non attaccò gli Stati Uniti”. Soprattutto fu Renzi, allora segretario del Pd, ad invitare Berlusconi. E non, al contrario, un saluto sotto un palco e una piattaforma opposta a quella del Pd come è successo sabato.

Bonaccini indica la sintesi: “Il Pd da solo non può farcela, ma senza il Pd né M5s, né il Terzo polo potranno mai essere alternativi a questa destra”. Il congresso non è ancora finito. Con buona pace di Gianni Cuperlo che prova, con la consueta eleganza, a dire il contrario.

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Giornalista originaria di Firenze laureata in letteratura italiana con 110 e lode. Vent'anni a Repubblica, nove a L'Unità.