Tra sport e politica
Diritti tv, dissesto e Covid: a Napoli comanda l’ammuina
Doveva essere la settimana della splendida doppietta di Osimhen. Prima il gol scacciapensieri alla Sampdoria, poi l’aiuto a una sconosciuta donna di Lagos. Trattenere nella memoria gli slum africani in cui è cresciuto gli servirà a diventare un uomo e un giocatore migliore, e aiuta noi a riconciliarci con il calcio, che non è sempre un racconto palestrato, fatto di lustrini e privilegi. Talvolta, il fútbol sa invece essere ancora realismo magico e il Napoli, con i suoi giovani eroi, resta sempre la «croce e delizia, delizia al cor», di quel traviato e popoloso deserto che appellano Napoli.
Ma De Laurentiis ha deciso di rubargli la scena, all’ennesima assemblea di Lega sui diritti televisivi, dando vita all’abusato classico del «muoia Sansone con tutti i filistei». Come nel famoso capitolo del più bel romanzo di sempre, quello che Harold Bloom definiva il libro di J, il presidente azzurro ha minacciato di denunciare tutti e di fermare il campionato, se i soldi non saranno ripartiti come piace a lui e gli stadi non riapriranno per la serie A, oltre che per gli Europei (per cinema e teatri, nessuna pietà). Se Aureliano Buendía aveva perso il sonno per amore di Remedios nelle notti spiritate di Macondo, neanche il malmostoso Aurelio riesce più a prendere sonno nell’infinito tunnel del Covid, rimuginando sui sesterzi promessi da Dazn e le vecchie grasse vacche di Sky. E non è il solo ad avere nostalgia del passato.
Dal buen retiro calabrese, il sindaco a distanza Luigi de Magistris ha inaugurato una personale retrospettiva sulla città esibendo solidarietà per la chiusura del cinema Arcobaleno, mesi dopo l’avvio dei lavori per il nuovo centro commerciale cinese, e partecipando con emozione all’apposizione della targa per la strage di Calata San Marco, avvenuta nel 1988 e le cui indagini sono ripartite solo adesso. Continuando di questo passo, fino a ottobre ci sarà modo di fare altri viaggi nel tempo, forse per inaugurare lo Stadio del Sole (1963) o magari il Teatro San Carlo (1737). Tanto, chi vuoi che se ne accorga? Per la Galleria Vittoria, invece, nessun ritorno al futuro: la Procura ha disposto il dissequestro, ma dopo sei mesi stiamo ancora aspettando il piano esecutivo e, se tutto andrà bene, si faranno piccoli lavori rimandando quelli strutturali ai prossimi cinque anni. Un’altra sontuosa eredità arancione.
Anche in Regione, però, c’è voglia di rivivere i fasti della corsa allo spazio, e il governatore Vincenzo De Luca, novello Gagarin, ha promesso di lanciare in orbita vaccinale la Campania con lo Sputnik. Un affascinante quadro rétro, disturbato solo dalla cronaca quotidiana che descrive una città sempre più povera e decisamente fuori controllo: dalle colonie di ratti che imperversano tra corso Garibaldi, Santa Chiara e piazza Carlo III, agli artigiani di San Gregorio Armeno che difendono un’arte antica, prima che se stessi, dal tragico fallimento. Per non parlare dell’assalto paradossale dei disoccupati organizzati al Consiglio Comunale, trovato vuoto e desolato o, come si dice adesso, in smart working. Un presepe senza pastori, allo stesso tempo comico e Triste, Solitario y Final.
© Riproduzione riservata