La vicenda del campo rom di Via Cupa Perillo a Scampia, quartiere della periferia nord di Napoli, è una piaga cittadina da anni. Posto ai margini del quartiere, laddove finisce la strada e inizia un cavalcavia mai aperto, è un luogo abbandonato e gli sversamenti di rifiuti avvengono in continuazione indisturbati. Il consigliere regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli e il membro dell’esecutivo cittadino del Sole che Ride Enzo Vasquez sono andati sul posto per documentare lo stato di abbandono in cui versa quella strada senza uscita. E le conclusioni al quale sono giunti sono le seguenti: “ In un mese in questo quartiere i cumuli di rifiuti in strada sono aumentati del 100%”. Fatto che accade ogni anno, si potrebbe dire senza dubbio di smentita che si tratti di una piaga atavica di quel territorio come di tutta la città a cui da anni urge una strategia per una soluzione mai trovata. E infine: “Servono telecamere e il campo va chiuso definitivamente”. Nella zona servono effettivamente telecamere ma per porre fine a un reato che spesso diventa anche un grosso pericolo per il vicino campo rom. Ma Borrelli dà per assunto indiscutibile che la colpa è delle persone che abitano nel campo di via Cupa Perillo, che va chiuso: ma una soluzione il consigliere regionale non la offre.

“In realtà non è così – spiega Barbara Pierro, presidente dell’associazione ‘Chi Rom e…Chi no‘ che da oltre 20 anni opera a Scampia anche in quell’insediamento – Da anni le persone che abitano nel campo denunciano gli sversamenti illegali in quella zona. Nel 2009 gli abitanti del campo rom fecero formale denuncia alla Procura della Repubblica contro ignoti che sversavano illegalmente rifiuti in quella zona. Furono raccolte 150 firme degli abitanti del campo a cui si aggiunsero quelle delle associazioni. Gli abitanti di Cupa Perillo portano avanti una battaglia di civiltà nell’interesse dell’intero quartiere”.

Pierro sottolinea che le denunce da parte dei rom sono continuate negli anni. “Stanchi di subire tutto questo – continua – I rom hanno anche iniziato a fotografare e documentare gli sversamenti da parte di italiani nella zona del campo. Hanno continuato a fare denunce contro ignoti allertando anche la camionetta dei militari disposta al pattugliamento. Ma non c’è mai stato nessun esito”.

Circa cinque anni fa il campo fu completamente distrutto da un grosso incendio. Tanti bambini che abitano lì rischiarono la vita e tutto andò distrutto. Qualcuno ipotizzò che ci potessero essere state delle ripercussioni a seguito delle numerose denunce che i rom continuavano a fare contro gli sversamenti, o un modo subdolo e pericoloso per mandarli via. Certo è che da allora l’intera comunità ha paura e resta vigile più che mai. “Già nella denuncia del 2009 i rom avevano richiesto a gran voce che fossero messe le telecamere nella zona, per la loro tutela. In realtà la battaglia che invoca il consigliere Borrelli i rom la condividono a pieno. Per loro è una battaglia di civiltà nell’interesse dell’intero quartiere. La situazione degli sversamenti illegali di rifiuti è una mancanza di rispetto della dignità umana non solo dei rom ma anche dei napoletani ”.

Durante la visita di Borrelli e Vasquez è stata fatta la consueta diretta diffusa sui social. Il consigliere ha denunciato di essere stati “aggrediti durante un sopralluogo per far rimuovere le discariche a cielo aperto a Scampia: anche denunciare i cumuli di rifiuti sta diventando pericoloso”. Dal video si vede che in effetti gli abitanti del campo gli sono andati incontro, Borrelli dice che brandivano anche delle mazze, assenti in realtà nel filmato pubblicato sui social. Le persone rom gli chiedevano di non essere ripresi perché tra loro c’erano dei minorenni, ma la situazione è presto degenerata e sono volati insulti, parole forti e a detta del consigliere anche spintoni. D’altra parte nemmeno lui ci è andato leggero: “Delinquenti e inquinatori”, li ha apostrofati.

Poi la nota dei due dopo la visita: “A compiere l’aggressione un gruppo di persone, tra cui delle donne e dei ragazzini, usciti dal campo Rom abusivo presente nel quartiere dell’area nord di Napoli. È la dimostrazione – sostengono Borrelli e Vasquez – che le nostre denunce e le nostre richieste, fatte da anni, sono legittime. I campi nomadi, a partire da quelli abusivi, vanno smantellati definitivamente. Incredibile che aggrediscano chi vuole eliminare la spazzatura e il degrado dalle strade, è evidente che vivere in questo degrado fa comodo a chi ne trae profitti smaltendo illecitamente rifiuti”. Stante la ricostruzione, i due ambientalisti stavano documentando la situazione rifiuti quando sono stati avvicinati “minacciosamente da un folto gruppo di occupanti del campo abusivo, alcuni muniti di mazze, che hanno cercato di intimidirli e distoglierli dal loro intento di denunciare il degrado vigente in quell’area tentando di colpirli e di investirli con una macchina. Solo l’intervento di polizia e dei militari ha evitato il peggio”.

E ancora continua la nota: “In un solo mese la discarica e i cumuli presenti qui sono raddoppiati di volume, addirittura oramai sono presenti delle carcasse di auto. Numerosissimi sono stati i nostri interventi, le nostre richieste di bonifica e le nostre denunce ma ogni volta si riparte da capo. Ormai qui esiste una realtà insostenibile a cui va messa la parola fine. Tra l’altro i roghi frequentemente avvengono nei pressi di una scuola. Abusivismo, degrado, danni ambientali, illegalità e anche violenza. È quello che si concentra in queste aree e in questi campi. Allora non si può indugiare oltre, bisogna smantellarli e realizzare un sistema di videosorveglianza per controllare gli scarichi illeciti. In quei luoghi – concludono Borrelli e Vasquez – non ci sono condizioni di vita minimamente accettabili per nessuno e portano degrado e pericoli anche alle zone confinanti. È inaccettabile che si faccia finta di nulla”.

“Il Consigliere Borrelli forse non sa che il campo rom di Cupa Perillo esiste da 40 anni e le persone che vivono lì non hanno mai avuto diritto allo smaltimento ordinario dei rifiuti – spiega invece Pierro – Non sono mai riusciti ad ottenere nemmeno la semplice presenza dei cassonetti, nonostante l’isola ecologica sia lì vicino”. Una situazione problematica, che alcuni dei residenti nel campo rom presenti al momento della diretta di Borrelli hanno provato a spiegargli nel mezzo della baruffa che si è generata, purtroppo senza successo perché a quel punto il clima era diventato troppo teso.

“Qui c’è una discarica, perché non vai a dire la tua”, si sente la voce di un cittadino rom nel video, invitando il consigliere ad intervenire grazie alla carica istituzionale che ricopre. “Guardate in che condizioni vivete”, gli risponde Borrelli. “È colpa vostra, è colpa dell’Italia”, replicano ancora i rom. E lui: “Allora ve ne potete andare”. A quel punto uno dei presenti centra il punto della questione, quello dei cassonetti, che chiede a gran voce a un rappresentate delle istituzioni. Eppure per Borrelli “non c’entrano niente i cassonetti, queste sono discariche abusive”.

Di fronte alla caparbietà del consigliere regionale dei Verdi, uno degli abitanti del campo gli spiega che sul suo smartphone ha una raccolta di video di persone italiane che si recano in via Cupa Perillo per sversare l’immondizia illegalmente, ma per Borrelli se “tutti quelli che buttano spazzatura hanno torto” i residenti rom sono “usciti dal campo con toni minacciosi e con le mazze”. Forse se la stessa discussione fosse avvenuta con toni più sereni ci sarebbe potuta essere addirittura una comunione di intenti. Ma purtroppo il pregiudizio talvolta rende ciechi.

“Io non smetterò di combattere contro questo degrado che peggiora di giorno in giorno”, ha detto Borrelli nel video. “Nemmeno noi, insieme alla comunità rom smetteremo mai di combattere contro questo degrado – gli replica Pierro al Riformista –: sappiamo tutti che il campo rom è un luogo indignitoso per tutti e tutte. Non a caso l’Europa ha condannato l’Italia in più occasioni anche per la creazione di campi rom autorizzati. È una battaglia nell’interesse generale perché il diritto all’abitare e il diritto a un’esistenza dignitosa va portata avanti per tutti gli abitanti del territorio, rom e non rom”.

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Giornalista professionista e videomaker, ha iniziato nel 2006 a scrivere su varie testate nazionali e locali occupandosi di cronaca, cultura e tecnologia. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Orgogliosamente napoletana, si occupa per lo più video e videoreportage. È autrice anche di documentari tra cui “Lo Sfizzicariello – storie di riscatto dal disagio mentale”, menzione speciale al Napoli Film Festival.