Nel Si&No del Riformista spazio al dibattito sulle parole di Paola Cortellesi all’inaugurazione dell’anno accademico all’università Luiss Guido Carli. Discorso sulle fiabe sessiste, giuste le parole dell’attrice?Contrario Andrea Ruggieri, secondo il quale “è solo un sermone del politicamente corretto: giù le mani dalle fiabe”. Favorevole la scrittrice Sabrina Carollo, secondo la quale “non si tratta di cancel culture ma semplice crescita e cambiamento vitale”. 

Qui il commento di Andrea Ruggieri: 

Per favore, basta sciocchezze. Non se ne può più di gente di spettacolo che, affermatasi anche grazie a spazi che nulla hanno mai avuto di femminista (anzi) appena vede un palco si percuote il petto lagnando il maschilismo imperante in Italia. E giù le mani dalle favole. Che sono tali e universali (cioè lette e viste in tutto il mondo) e non si capisce perché, stando alla tesi della Cortellesi, dovrebbero aver fatto danno solo in Italia.
Ma poi… quando mai a Mai dire Gol lei imitava una cantante impegnata a suicidarsi cappio al collo, o la prostituta che trattava a ribasso le cifre delle prestazioni sessuali, o Ivana Spagna di cui non si capiva nulla, a qualcuno è mai venuto in mente che stesse svilendo il sesso femminile? E, sempre a Mai Dire Gol, cui lei deve gli esordi, sceglievano le donne perché belle, o perché capaci di stare al gioco con i conduttori (tutti maschi)?
Se io ragionassi come Paola Cortellesi, dovrei dire che lei e Ellen Hidding siano state scelte per forza perché belle ragazze, e non perché brillanti e ironiche, come credo sia accaduto in realtà. Il patriarcato insomma, o meglio, il fantasma del patriarcato risiede solo negli occhi di chi lo vede.

Si può discutere della scarsa attitudine maschile italiana a sentirsi dire no dalle donne? Si, certo che si può fare. L’ho fatto molte volte in vita mia con miei amici uomini. Ma questo attiene a uno scarso coefficiente di sicurezza di uomini che -guarda caso, e se vogliamo dirla tutta – sono stati educati più da madri molto presenti, ossessive, autentiche – loro, le donne – maschiliste, che intendevano il figlio come loro protuberanza accessoria e dunque non solo da proteggere (anziché educare al ‘No’), ma addirittura da promuovere come migliore dei figli maschi possibile. Il problema non era certo il dubbio se Biancaneve fosse salvata perché bella, o che non lo sarebbe stata se non lo fosse stata. A me da bambino quella favola trasmise solo il messaggio che una persona in condizioni di aiutarne un’altra, deve farlo. E se la ama, a maggior ragione. Prendersi cura della persona che si ritiene da amare, ed esporsi è secondo me un ottimo messaggio, e che a farlo sia una donna nei confronti di un uomo o il contrario, è irrilevante. Il messaggio arriva alle persone, non alle donne o agli uomini in quanto tali.

Vogliamo allora discutere Pretty Woman perché non solo le donne fanno le escort, quando invece il messaggio di quella favola è che lei che salva lui dall’aridità, che tutti possono cambiare e che un uomo deve avere il coraggio di sfidare il pregiudizio maschile?

“Fare la colf ai sette nani” poi (la Cortellesi cade nel classismo?) è una professione come un’altra. Rispettabilissima. Prenderla a esempio negativo significa essere snob. Questo si, un atteggiamento retrò e classista. Non starei troppo sopra a certe sciocchezze, francamente, tanto meno con accenti superficiali e dietrologici. La risposta alle paure di Paola Cortellesi (che non mi pare sia vittima di una società maschilista) e compagni, del tutto sproporzionate rispetto ai fatti che le inducono, eventualmente sta nell’educazione che i ragazzi ricevono a casa. La Cortellesi non dovrebbe rivolgersi a platee di ragazzi alla Luiss, ma ai suoi coetanei che ne sono genitori. Sono loro l’eventuale male dei ragazzi di oggi. Non le fiabe di un tempo che fu e che non so nemmeno se oggi vengano ancora sparse.

Se poi vuole parlare di violenza sulle donne, allora prema con noi affinché la giustizia operi in maniera veloce e seria, non emettendo sentenze di condanna per stalking a dodici anni di distanza dalla denuncia. Oppure chieda che i fondi destinati a fare film inutili siano dirottati sull’acquisto di più braccialetti elettronici per chi è accusato di violenza sulle donne. Cosi, anziché alla Luiss, la Cortellesi potrà andare a fare i suoi sermoni da politicamente corretto un tanto al chilo sotto al Ministero della Giustizia o, ancora meglio, fuori da qualche tribunale. Sarà assai più utile alla causa che vuole combattere. Se davvero vuole combatterla.