Il tema della disinformazione e delle cosiddette fake news non sta trovando spazio nella maggior parte dei media nazionali. Probabilmente perché il mondo è in fermento per diverse questioni: guerra, economia e future elezioni. Ma proprio in ottica delle future elezioni che nel 2024 vedranno andare al voto, tra gli altri, Russia, Unione Europea e Stati Uniti è necessario guardare con grande attenzione a questo fenomeno perché può giocare un ruolo davvero importante nell’influenzare il voto degli elettori. A tal proposito abbiamo analizzato un report recente del Threat Analysis Center di Microsoft e una analisi di NewsGuard, società interazione che monitora la disinformazione online. Il primo report ha rivelato come Mosca abbia costruito una campagna di disinformazione volta a disincentivare il sostegno verso l’Ucraina e quindi influenzare l’esito del conflitto armato. Una campagna durata sei mesi in cui il bersaglio è stato il Presidente Volodymyr Zelensky. Un esempio di negative campaigning esasperato dalle fake news. L’obiettivo, infatti, era distruggere la credibilità del Presidente screditandolo attraverso dei video messaggi di personaggi noti diffusi in rete con modalità faziose.

I video sospetti sono 7 e coinvolgono celebrità quali l’attrice Priscilla Presley, Dean Norris, meglio conosciuta come Hank Schrader di “Breaking Bad”, Kate Flannery nota per “The Office”, John C McGinley presente in “Scrubs” e Elijah Wood, diventato famoso recitando il ruolo dello hobbit Frodo Baggins nella famosissima trilogia de “Il Signore degli Anelli”. Il canale principale di diffusione era Cameo, un’app che tramite pagamento confeziona video di personaggi famosi. Tali video venivano poi modificati e diffusi sui social media, anche attraverso mezzi di comunicazione russi sostenuti dal governo. Addirittura questi video sono stati discussi in alcuni talk show russi per rafforzare tali tesi presso i cittadini del Cremlino. Cameo ha subito denunciato l’accaduto spiegando come questa tipologia di contenuti violi le regole dell’app e degli scritti. Ma il danno, mi viene da dire, è ormai già fatto.
Nello stesso periodo un network di account pro-Russia ha lanciato una campagna di disinformazione su X e Facebook suggerendo falsamente che alcune celebrità, tra cui Taylor Swift, Beyoncé, Oprah, Gigi Hadid, Lady Gaga, Jennifer Lopez, Justin Bieber, Shakira, Gwyneth Paltrow e Cristiano Ronaldo, appoggerebbero la Russia: solo su Facebook la campagna, lanciata a novembre, avrebbe raggiunto almeno 7.6 milioni di persone.

L’altro report molto indicativo, stavolta dai connotati leggermente diversi, è stato segnalato per l’appunto da NewsGuard. NewsGuard ha scoperto come 300 brand sono stati inconsapevolmente usati per diffondere contenuti falsi sul conflitto in Medio Oriente tra Israele e Hamas. Il periodo è quello che va tra il 7 e il 15 novembre. Cosa si è verificato? Sono comparsi articoli costruiti con grande dovizia ma che sostanzialmente contenevano contenuti inesatti e ingannevoli di fianco ad annunci pubblicitari di grandi brand. Per entrare ancora di più nel dettaglio e spiegare meglio cosa è successo possiamo dire che i grandi brand distribuiscono attività pubblicitarie online molto articolate e capillari, conosciuti come programmatic. Di fianco a queste pubblicità viste da milioni di persone sono apparsi degli articoli correlati contenti 30 notizie false sul conflitto arabo-israeliano che sarebbero diventate le più visite in quella settimana. Per intenderci la sola piattaforma X è stata quella che ha raggiunto un numero pari a 92 milioni di persone con questi articoli in un lasso di tempo davvero breve. Il numero più corposo.
Il tema come possiamo vedere è ancora molto caldo e soprattutto determinante.

Il Parlamento Europeo ha di recente affrontato questi aspetti e in particolare si è soffermato sulle attività del Cremlino. La Commissione ha deciso di interrompere temporaneamente gli annunci a pagamento su X a causa di tali fake news. Il timore è che la disinformazione possa provocare un danno di reputazione dell’istituzione europea. Già ad ottobre, da parte della commissione, era stata inviata alla società di Elon Musk una richiesta formale di informazioni per spiegare la conformità al Digital Services Act delle pubblicazioni fuorvianti relative agli scontri del 7 ottobre. A quanto pare il livello di sicurezza informatica risulta ancora sotto pressione. E per una Europa più forte anche questo tema dovrà diventare centrale. Il quadro attuale è questo e in un contesto globale sempre più ad alta tensione, dove gli assetti internazionali a cui siamo stati abituati sono in costante fermento e continuo mutamento, il tema della creazione e della distribuzione delle notizie diventa un campo di scontro decisivo per il futuro della nostra democrazia. Ciò che abbiamo visto in questi due casi denota come le fake news unite alle negative campaigning sono un mix perfetto di distrazione di massa che va contrastato con una narrazione altrettanto efficace e con mezzi altrettanto forti.

Marco Battiato

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