Il Sì & No del giorno
DL Caivano, i giovani devono capire che non esistono più zone franche
Nel Sì & No del giorno del Riformista spazio al dibattito sulle misure cautelari previste per i giovani dal decreto Caivano. Come deve essere affrontata la loro educazione? Sul tema si contrappongono le tesi di Alberto Balboni, senatore di Fratelli d’Italia e di Samuele Ciambriello, garante dei detenuti Campania.
Di seguito il commento di Alberto Balboni
Le nuove norme approvate col DL Caivano in materia di minori sono volte in primo luogo alla prevenzione, nella consapevolezza che solo restituendo centralità alle famiglie e alla scuola si possono allontanare i giovani e giovanissimi dall’influenza nefasta della devianza e subito dopo della criminalità vera e propria. Ecco la ragione dell’inserimento delle sanzioni previste per i genitori che non mandano a scuola i figli, che finora erano puniti con una ammenda ridicola pari a €30. Ecco ad esempio la ragione dell’ammonimento esteso anche ai giovanissimi e delle sanzioni amministrative come la privazione del cellulare nei confronti di chi si sottrae al percorso di ravvedimento proposto dalle autorità. I ragazzi e le loro famiglie devono comprendere che non esistono più zone franche, che la scelta è tra legalità e illegalità, che per quanto la situazione economica e sociale di partenza sia svantaggiosa, questo non può mai giustificare la scelta dell’illegalità, come purtroppo un certo giustificazionismo peloso ed il sociologismo superficiale predicato dalla sinistra li ha abituati a credere.
I nostri giovani vanno aiutati a rendersi conto che la scelta alla fine è sempre personale e che nascondersi dietro le colpe presunte o reali della società non li aiuterà mai a crescere e a trovare un posto dignitoso nel mondo del lavoro, non potrà mai offrirgli le basi per costruire un futuro di libertà e dignità per sé stessi e la famiglia che si faranno prima o poi. Per convincerli di questo tuttavia lo Stato deve dimostrare di stare dalla loro parte, offrire loro una vera alternativa. Ecco perché nel DL c’è ad esempio l’impegno ad investire nello sport, nella cultura, nella scuola, con importanti misure per il recupero di infrastrutture in abbandono e il rafforzamento del corpo insegnante.
La scelta tra il bene e il male deve essere reso concretamente possibile, non solo enunciato o declamato, e a questo mirano le misure contenute nel DL Caivano, affermando però un principio rivoluzionario: chi sbaglia d’ora in poi dovrà assumersi le proprie responsabilità, anche se minore, anche se minore degli anni 14.
Basta giustificazionismo a tutti i costi che nuoce all’educazione dei nostri ragazzi. Lo Stato sarà sempre pronto a sostenere in ogni maniera possibile i giovani disposti ad avviare un percorso virtuoso, ma non più ad abbandonare gli altri al loro destino di emarginazione e addirittura di delinquenza. Ecco perché al fianco delle norme preventive e volte alla educazione e al riscatto degli emarginati sono state varate anche norme più restrittive nei confronti dei recalcitranti, non per punirli ma per dare loro l’occasione di rendersi conto che mettersi al di fuori della legge non solo è sbagliato ma è anche controproducente.
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