Almaviva lancia Giotto OnChain
Documenti digitali, è boom ma bisogna dire stop ai falsi
L’uso delle tecnologie e dei media digitali ha rivoluzionato – e spesso migliorato – la nostra vita e la nostra economia. Tuttavia ci espone anche a falsi o contraffazioni. Si sente spesso parlare in rete di furto d’identità, di persone che si fingono altre. Il furto d’identità vero e proprio è fatto consapevolmente con l’intento di imbrogliare il proprio interlocutore al fine di trarne un qualche vantaggio. Basti pensare alle truffe legate all’uso delle carte di credito online. C’è chi ruba l’identità su internet per attivare microfinanziamenti che sottraggono pochi soldi al mese sul conto del povero malcapitato.
Oppure c’è chi è capace di dirottare a proprio vantaggio un bonifico destinato ad altri. Sempre più diffuso è il furto dell’identità sui social network per scrivere sotto falso nome. In alcuni casi le ricadute per le aziende e per i consumatori sono molto rilevanti perché i falsi possono riguardare il brand e l’identità dell’azienda e lo stesso affidamento di clienti e partner. Così come possono riguardare le transazioni tra soggetti diversi nell’ambito delle quali si realizza una falsificazione dei documenti utilizzati. «Tra i temi della diffusione del digitale c’è la facilità con cui si possono produrre falsi. Una delle contromisure possibili è quella di sviluppare delle tecnologie capaci di rendere immodificabile l’identità del documento»: a parlare è Antonio Amati, romano, Direttore Generale della Divisione IT di Almaviva, azienda specializzata nella produzione di soluzioni tecnologiche avanzate per migliorare la vita di imprese e cittadini. Proprio nei giorni scorsi, spiega Amati – che è anche Amministratore Unico di AlmavivA Digitaltec – Almaviva ha lanciato un nuovo strumento che ha l’obiettivo di «certificare l’autenticità e la veridicità dei documenti contro ogni tipo di contraffazione o uso fraudolento delle informazioni».
Giotto OnChain Notarization Service di Almaviva (così si chiama) permette di “notarizzare” su Blockchain pubblica ogni documento – perfino i comunicati stampa – certificandolo e garantendone integrità, paternità e autenticità, contro l’uso fraudolento. “Notarizzare” su Blockchain significa creare un’impronta digitale del documento che lo rende inequivocabilmente riconoscibile, una prova di esistenza con marca temporale di dati digitali. Il dato può essere di qualsiasi tipo e non viene modificato, durante il processo, in alcun modo. Finora le aziende hanno penato per difendersi dalle minacce alla propria identità e alla correttezza delle transazioni, ma «la protezione dei dati economici può essere garantita da strumenti di tracciamento», assicura Amati. Gli stessi consumatori hanno sempre più bisogno oggi di contare su strumenti capaci di distinguere tra vero e falso. Ricorda Amati: «Il settore digitale è stato sottoposto a una continua evoluzione.
Prima sono nate le password per tutelare le identità in rete. Poi c’è l’introduzione dell’e key code. Poi i certificati inviati sul telefonino. L’azione di rafforzamento della sicurezza è sempre più importante e mira a garantire il consumatore: più c’è fiducia, più il consumatore si affida». Oggi, con Giotto OnChain, Almaviva mette in campo una nuova soluzione per risolvere il problema. Come è arrivata fin qui? Quale expertise e know-how ha sfruttato? «Almaviva – racconta Amati – è un’azienda di tecnologia dell’informazione e gestisce sistemi per grandi clienti, dalla gestione del conto corrente alla gestione della pensione e dei dati fiscali, con soluzioni dedicate. Per fare tutto ciò servono competenze di sviluppo tecnologico e anche della sicurezza come con l’utilizzo della blockchain per i bitcoin: qui ogni transazione viene tracciata sui nodi periferici. Stabilisce la fiducia per certificare e tracciare ogni passaggio in un contratto online. Un competence center e un team esperto di professionisti dedicati hanno permesso ad Almaviva di realizzare innovative soluzioni decentralizzate che fanno uso di tecnologie come la Blockchain, basate su un modello unico ibrido pubblico privato – continua Amati –.
Si tratta di tecnologie con capacità di incidere sul business fornendo risposta adeguata all’esigenza di governare i cambiamenti in atto». La blockchain è, infatti, una sorta di registro digitale le cui voci sono raggruppate in blocchi concatenati in ordine cronologico, e la cui integrità è garantita dall’uso della crittografia. Di norma, il suo contenuto una volta scritto non è più né modificabile né eliminabile. Si tratta di una tecnologia cruciale per validare l’utilizzo della moneta elettronica a garanzia delle transazioni che vengono svolte. Spiega Amati, con una efficace similitudine: «In pratica, funziona come un notaio elettronico». Nel caso di scritture private, infatti, chi certifica può dimostrare l’originalità del documento in caso di contenzioso. Così, nei contratti di affitto, se l’inquilino lo certifica, può dimostrare – in caso di mancata registrazione di un documento o di registrazione con modifiche da parte del padrone di casa – quale sia il documento originale sottoscritto. Un altro ambito è quello dei titoli di studio certificati: la soluzione di Almaviva può essere adottata da enti e da amministrazioni che rilasciano titoli di studio e certificati formativi e ha validità europea come previsto dallo European Digital Identity Framework, la normativa che renderà obbligatorie quelle credenziali tra due anni. Aggiunge Amati, a proposito delle transazioni certificate: «Il contratto per l’acquisto di un bene viene tracciato in una miriade di nodi digitali. Questa tecnologia, si può applicare anche nel food: basti pensare alla catena di produzione del vino, nella quale ogni passaggio viene verificato dall’uva alla bottiglia».
In sostanza siamo di fronte ad un processo di certificazione di tutti i titoli applicabile per tutti i documenti elettronici: «Può essere applicato anche al green pass per il Covid-19; se qualcuno volesse modificarlo dovrebbe modificare milioni di nodi informatici». I vantaggi che derivano da questa nuova soluzione per le imprese e per i consumatori sono evidenti. Spiega Amati: «Aumenta la certificazione in modo semplice e poco costoso. Tutto – anche l’acquisizione di monete – viene regolarizzato. Noi abbiamo applicato questo strumento anche per la Scia, la segnalazione certificata di inizio attività, che sostituisce, in molti casi, la denuncia di inizio attività in edilizia. In pratica, il “testimone” della formazione del documento e della sua autenticità diventa la stessa tecnologia. Che attribuisce un codice conservato nella catena. I nodi della catena sono talmente tanti che è impossibile modificarli.
In questo modo il documento diventa inconfutabile». Un grande aiuto anche per il mondo delle assicurazioni e delle amministrazioni pubbliche, le quali sono un enorme generatore di documenti. Anche per queste ragioni la soluzione di Almaviva ha ottenuto la qualificazione di Agid, l’agenzia pubblica italiana istituita al fine di perseguire il massimo livello di innovazione tecnologica nell’organizzazione e nello sviluppo della pubblica amministrazione e al servizio dei cittadini e delle imprese. «La stessa Agid ha scelto di utilizzare Giotto OnChain per i propri documenti. Ciò dimostra che lo strumento da noi concepito è assai utile per gestire i processi di certificazione interni e per essere sicuri della successione delle tracciature dei documenti. Agid ha scelto questa tecnologia per certificare i processi ed evitare i contenziosi. Anche la giustizia amministrativa potrebbe avvalersene: penso soprattutto ai documenti massivi come la iscrizione e la partecipazione ai concorsi». Fiducia, privacy, trasparenza, etica: queste insomma le parole chiave per capire l’evoluzione dei rapporti tra i protagonisti del mercato nell’economia digitale.
«La tecnologia è uno degli strumenti principali per garantire la trasparenza degli atti e l’accesso pubblico alle informazioni», assicura Amati. «Con questi strumenti digitali siamo in grado di aumentare la fiducia e le certezze di tutti i protagonisti delle transazioni in rete: basti pensare al boom degli acquisti online, che oggi si concludono senza alcuna preoccupazione. Tutto ciò – conclude – crea e diffonde fiducia grazie agli strumenti della tecnologia».
© Riproduzione riservata